Trama
Le dimostrazioni studentesche infiammano Lahore quando il giovane professore Changez Khan (Riz Ahmed) incontra il giornalista americano Bobby Lincoln (Liev Schreiber), a cui comincia a raccontare la sua vita passata. Changez ha lasciato la natia Lahore per studiare negli Stati Uniti. Dimostratosi il migliore studente del corso in economia all'università di Princeton è stato assunto da una delle migliori agenzie finanziarie di New York, dove ha avuto la possibilità di vivere un'intensa storia d'amore con Erica (Kate Hudson), che lo ha introdotto nel mondo della Manhattan che conta. L'attacco alle Torri Gemelle da parte di un gruppo di terroristi l'11 settembre del 2001 e la successiva rottura con Erica hanno però sconvolto l'esistenza di Changez, che si è visto costretto a rientrare in Pakistan dove è entrato in contatto con il mondo estremista, responsabile di un altro atto terroristico che ha portato Lincoln a cercarlo.
Approfondimento
IL FONDAMENTALISTA RILUTTANTE: L'INCONTRO/SCONTRO TRA ISLAM E OCCIDENTE
Il fondamentalista riluttante nasce dall'adattamento dell'omonimo romanzo di Moshin Hamid. La storia del film ha inizio nel 2010 quando, durante le manifestazioni studentesche di protesta a Lahore, il giovane professore pakistano Changez Khan riceve la visita del giornalista americano Bobby Lincoln in una sala da the. Educato a Princeton, Changez ripercorre il suo passato, a partire dall'assunzione come brillante analista d'affari di Wall Street nell'agenzia di Jim Cross e dalla storia d'amore con la sofisticata artista Erica, con cui pianifica di condividere il futuro. Nel suo lungo racconto per flashback, Changez si sofferma poi sugli effetti che l'attacco alle Torri Gemelle dell'11 settembre 2001 ha avuto sulla sua vita: il clima di sospetto e alienazione a cui improvvisamente è andato incontro per il solo fatto di essere di origini mediorientali si ripercuote sia su di lui sia su chi gli sta vicino, costringendolo a una scelta radicale. Lasciata l'America, Changez è ritornato in patria diventando un leader carismatico per gli studenti dell'università in cui insegna e un indiziato di terrorismo per i servizi segreti americani che monitorano la situazione in Pakistan. Man mano che Changez e Lincoln conversano, emergono anche i reali motivi per cui il giornalista lo ha ricercato: un importante professore americano è stato rapito e rischia di essere giustiziato e la famiglia di Changez è in pericolo. Dallo scontro verbale tra i due uomini viene fuori anche il ritratto di tre differenti città - New York, Lahore e Istanbul - chiamate a confrontarsi con il concetto di globalizzazione culturale e con gli effetti, anche devastanti, della stessa.
Girare un film su un uomo pakistano, però, non è stata cosa semplice per Mira Nair, regista donna e per di più indiana. Nonostante il Pakistan fosse la patria del padre della regista, la Nair ha messo piede nel Paese per la prima volta soltanto nel 2005, per presentare una retrospettiva di suoi film. Nel visitare il paese in cui il padre aveva vissuto la sua giovinezza prima che il Pakistan diventasse indipendente dall'India, Mira Nair è stata colpita dallo scoprire un posto in cui tutto sembrava familiare e culturalmente vivo, cominciando a maturare l'idea di realizzare un film che per la prima volta raccontasse del Pakistan contemporaneo, soprattutto in un momento storico in cui lo scisma tra Islam e Occidente si accentua ogni giorno di più. Il fondamentalista riluttante restituisce dunque un'immagine del Pakistan lontana da quella che si vede spesso nei media in cui non trovano spazio la straordinaria raffinatezza di un paese dalla cultura millenaria, l'aulica poesia di Faiz Ahmed Faiz o i batticuore della musica sufi.
Dopo una moltitudine di pellicole realizzate sui paesi del Medio Oriente con prospettiva occidentale, l'incontro tra Changez e Lincoln mette invece sullo stesso piano Islam e Occidente, rispecchiando il sospetto reciproco con cui i due differenti mondi si guardano l'uno l'altro e i fondamentalismi che li caratterizzano: religione da un lato e capitalismo dall'altro. Seppur apparentemente lontani, gli estremismi convergono nel personaggio di Changez, lasciato solo a interrogarsi sull'identità e sulla percezione del sé, concetti che nell'era della globalizzazione sono messi in discussione da diversi fattori indipendenti dalle singole volontà.
LE DIFFERENZE CON IL ROMANZO
Il fondamentalista riluttante è di certo il più ambizioso progetto cinematografico di Mira Nair. Girato in cinque città di tre differenti continenti (con Atlanta che funge da New York e Delhi che sostituisce Lahore e Istanbul), è interpretato da un cast internazionale di attori hollywoodiani e stelle del cinema pakistano e indiano ma prima di vedere la luce ha avuto un lungo iter produttivo, rallentato anche dalle difficoltà incontrate per girare un film che nel titolo aveva la parola "fondamentalista". Subito dopo aver ultimato a New York nel 2007 Il destino nel nome, Mira Nair ha opzionato i diritti del romanzo (ancora non pubblicato) di Hamid per realizzarne un film la cui sceneggiatura ha presentato sin dall'inizio un problema da superare. L'opera di Hamid è nei fatti un lungo monologo in cui gli elementi da thriller sono presentati in maniera elegantemente psicologica e il finale è lasciato a più di una interpretazione. Il personaggio dell'"ascoltatore" aveva bisogno di essere approfondito e restituito con un'intelligenza pari a quella del personaggio di Chargez, in cui invece confluivano diversi elementi derivanti dal percorso di vita di Hamid stesso (a sua volta studente a Princeton prima di vivere per diversi anni a Londra e ritornare poi a Lahore). Rispetto al romanzo, inoltre, la Nair aggiunge anche un terzo atto alla storia: laddove Hamid accenna semplicemente durante la conversazione tra Changez e l'ascoltatore a ciò che accade al rientro del professore in Pakistan, Mira Nair sceglie invece di mostrare qualcosa in più e di approfondire il motivo per cui Changez racconta la sua storia e qual è la nuova realtà in cui il personaggio piomba dopo aver assaporato la vita americana.
A collaborare alla sceneggiatura, che ha richiesto 2 anni e mezzo di lavoro, a fianco della regista e dello stesso Hamid sono il giovane scrittore Ami Boghani (alla sua prima esperienza cinematografica) e Bill Wheeler, che hanno contribuito a delineare le linee narrative inerenti alla famiglia di Chargez, al legame che questi ha con il padre e ai due fondamenti in gioco (denaro e religione). Quasi consulente per la prospettiva americana, Wheeler si è concentrato sul personaggio dell'ascoltatore, ricostruendone identità e motivazioni, e sugli aspetti oscuri della personalità di Chargez e della sua reazione alla xenofobia di cui è rimasto vittima nel 2001. Rispettando la suddivisione della storia in due tempi, alternando passato e presente grazie al racconto di Chargez, gli sceneggiatori hanno anche deciso di inserire ex novo una storia di spionaggio con un inizio, uno svolgimento e una fine. Ciò ha richiesto l'invenzione di diversi nuovi elementi che nel lavoro di Hamid non esistevano: il rapimento del professore Anse Rainier, la presenza di una unità di intelligence americana a Lahore e, ovviamente, Bobby Lincoln, l'ascoltatore che nel romanzo era senza nome e che invece nel film fa da contrappunto alla visione mediorientale di Chargez (nel voler mettere in evidenza le due diverse prospettive Mira Nair non ha fatto mistero di essersi ispirata a La battaglia di Algeri, film di Gillo Pontecorvo in cui francesi e algerini vengono descritti con ugual intelligenza, amore e sofferenza). Inoltre, è stato modificato anche il luogo in cui avviene il risveglio emotivo di Changez: non più in Cile come nel romanzo ma a Istanbul, in Turchia, città simbolica posta al centro dei due differenti mondi (basta ricordare che il centro storico ed economico della città si "trova" in Europa mentre un terzo della popolazione vive nella parte asiatica).
TRA MODERNO E ANTICO, OCCIDENTE E ORIENTE
La produzione di Il fondamentalista riluttante ha preso il via il 17 settembre 2011 ad Atlanta, città i cui palazzi in cemento e vetro e i cui quartieri alla moda sono serviti a restituire le atmosfere di New York. Dopo 5 giorni di riprese esterne effettuate a New York, la produzione si è poi trasferita per due mesi a Delhi, dove Mira Nair ha lavorato con molti dei membri della troupe con cui nel 1988 aveva realizzato Salaam Bombay!, il suo film d'esordio. La regista aveva in un primo momento pensato di girare a Lahore ma l'assenza di tutela per un cast composto da americani l'ha spinta a scegliere la città indiana e i suoi quartieri vecchi. Una seconda unità di ripresa, comunque, è riuscita a effettuare alcune riprese panoramiche della città pakistana seguendo a distanza le indicazioni date dalla stessa Nair. Le scene in India sono volutamente colme di papabile disagio: poiché in qualsiasi momento nella storia può verificarsi qualsiasi cosa, la tensione è stata restituita attraverso l'uso di una camera sempre in movimento e mai statica e con il contributo de l lavoro del direttore della fotografia Declan Quinn (oltre all'uso della camera a mano, l'effetto movimento si è ottenuto spesso legando la camera a una corda tenuta da lontano).
Anche Istanbul, la città in cui Changez ha il suo risveglio emotivo, è stata ricostruita a Delhi. Tutti gli interni turchi sono stati girati all'interno di un fatiscente palazzo in un solo giorno con l'attore turco Haluk Bilginer che, tramite il personaggio del poeta Nazmi Kemal, espone il suo ammonimento ricorrendo all'esempio della storia dei giannizzeri. Tuttavia, si sono rese necessarie anche delle riprese esterne nella vera Istanbul.
Nello stesso modo in cui alcuni dettagli moderni occidentali sono stati inseriti nei vestiti della tradizione pakistana, anche le musiche coniugano occidente e oriente grazie al lavoro del compositore americano Michael Andrews. La colonna sonora presenta infatti molti canti della tradizione pakistana e poesie urdu (molte delle quali del poeta Faiz Ahmed Faiz) messe in musica associate a pezzi pop, funk e rap pakistani, alla voce di Amy Ray - leader del gruppo folk Indigo Girls - e a una canzone originale (Bol.) composta da Peter Gabriel, vecchio amico della Nair.
Note
In un film che esplora le crepe del compatto modello americano, stride subito la scelta di incorniciare lunghi flashback in un contesto thriller di stampo prettamente hollywoodiano, dove le affollate strade di Lahore fungono da scenario ostile come la Teheran di "Argo". Il personaggio di Changez è il cuore, battente e coinvolgente, dell’operazione, ma la messa in scena lo sacrifica prediligendo lo spettacolo all’introspezione e smorza l’efficacia di un film, adattamento dell'omonimo romanzo di Mohsin Hamid. che offre più di uno spunto di riflessione.
Trailer
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Commenti (6) vedi tutti
7/8 voto oggettivo/soggettivo
commento di paolofefeTema d'Attualita' ma Film per nulla appassionante.voto.1.
commento di chribio1Sebbene ci siano bravi attori, parecchi segmenti (come l'ascesa professionale del protagonista) sono troppo veloci e inverosimili, manca il ritmo, e il messaggio non è ben decifrabile. Era lecito chiedere di più? Sì..
commento di Stefano LCheppalle
commento di sticazziL’altro, il diverso, lo straniero, percepito come nemico. Ma il nemico è attorno a noi o è dentro di noi?
leggi la recensione completa di michemarDavvero un bel film con una bella storia e delle ottime interpretazioni. Ottime anche le ambientazioni. Aiuta a capire bene l'altro mondo quello che troppo spesso definiamo arabo
commento di camillo65