Regia di Rolando Ravello vedi scheda film
Esordio alla regia per Rolando Ravello, per certi versi sorprendente, nel senso che al netto di imprecisioni, tra acuti e improvvise perdite di quota, pare essere il frutto di una necessità/volontà e non una semplice scelta casuale legata alla ricerca di gloria (e money).
Ma soprattutto tocca un nervo sociale scoperto, che in questi giorni ha anche ottenuto parecchio spazio sui media.
Un giorno di festa cambia per sempre la vita di una famiglia che, uscita per festeggiare la comunione del figlio, ritrova al suo ritorno il modesto appartamento occupato.
Comincia una vera e propria battaglia per riconquistarla, il capofamiglia Agostino (Rolando Ravello) non demorde, sua moglie Anna (Kasia Smutniak) ed i suoi figli accusano col tempo il colpo, mentre il cognato Sergio (Marco Giallini) offre tutto il suo (non disinteressato) aiuto.
Il tema della casa è assai spinoso ed è consono per rievocare lo spirito della classica commedia all’italiana capace di far ridere senza dimenticare di portare alla luce i problemi (e ce ne sono tanti) della gente comune e comunque gli usi spesso poco limpidi degli italiani.
Qualche debolezza strutturale appare evidente, ma comunque spesso utile per rimpolpare la trama, si prova anche ad andare oltre (come nel caso dell’accampamento nei pianerottoli del condominio, un tocco surreale) ottenendo, almeno in superficie, risultati in buona sostanza apprezzabili.
Nel complesso si tratta soprattutto di una fotografia di un’Italia impaurita (di perdere quel poco che si ha a discapito dell’arrivista e del più furbo), con una giustizia lontana quando proprio non del tutto assente ed alla fine si viene portati ad un vero e proprio “tutti contro tutti”, dove essere onesti darà pure soddisfazione alla propria coscienza, ma pochi risultati pratici.
Piacevole il cast, Rolando Ravello si barcamena più che può, Marco Giallini possiede le sfumature necessarie (vedasi il tutto in virtù del voltafaccia finale), ma in chiave comica il vero trascinatore è il nonno interpretato da Stefano Altieri, un vero e proprio pozzo di battute che a volte arrivano a toccare sfere che fanno pensare.
Da segnalare anche due simpatici camei di Massimiliano Bruno (nei panni di un carabiniere) e di Ivano De Matteo (addetto in un’associazione che trova alloggi di salvezza) amici del neo regista.
Una commedia di spirito, che si conclude in maniera assolutamente congrua (e che da pieno valore al titolo scelto) che ondeggia tra il comico ed il tragico, senza possedere uno sguardo sempre così determinato e preciso, ma avendo al contempo quella volontà che riesce a creare stimolo e condurre per mano lo spettatore.
Motivato.
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