Regia di Rolando Ravello vedi scheda film
Rientrati dalla cerimonia in chiesa per la prima comunione del piccolo Lorenzo, la famiglia di Agostino (Ravello) trova la porta di casa chiusa, nella periferia romana che sta tra il Tufello e Vigne Nuove. Prima con le buone, poi passando a occupare il pianerottolo antistante l'abitazione, Agostino e la sua famiglia le tenteranno tutte pur di riottenere la casa che peraltro viene loro data in affitto da un losco boss locale (Gerardi).
Dopo avere portato a teatro lo spettacolo, ispirato alla vera storia di un amico del regista, interpretando ben 14 personaggi diversi, e dopo averne anche ricavato un documentario dal titolo Via Volontè n.9, Rolando Ravello esordisce dietro la macchina da presa con una delle migliori commedie dell'inizio del XXI secolo. Il tema sociale del diritto alla casa (problema perenne per il Belpaese, da Totò cerca casa a Sfrattato cerca casa equo canone) viene declinato secondo i caratteri di una guerra tra poveri nella quale immigrati, zingari, malavitosi e gente comune si danno battaglia continua pur di sopravvivere. Tra figure disegnate in maniera assai mordace (a partire da quella di nonno Rocco, il vecchio crapulone interpretato da Stefano Altieri, un attore della compagnia teatrale Attori & Tecnici che si vede pochissimo sul grande schermo ma che è i vero mattatore del film), grande cura per i dettagli, dialoghi coraggiosi (basti pensare alla frecciata alla Chiesa) e frizzantissimi (merito anche della sceneggiatura di Massimiliano Bruno) e impeccabile direzione degli attori, Ravello firma una commedia che sembra una versione aggiornata di Brutti sporchi e cattivi, il film del suo maestro Ettore Scola, che lo lanciò in Romanzo di un giovane povero, facendolo lavorare accanto a Sordi.
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