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Interrabang

Regia di Giuliano Biagetti vedi scheda film

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La recensione su Interrabang

di undying
4 stelle

Calma piatta per oltre 90 minuti sull'Isola Rossa di Porto Santo Stefano. Un film girato con abuso di zoom durante una sessione fotografica per Postalmarket, quindi con sfilata di bikini e belle donne. Thriller, erotismo e giallo non pervenuti. Però il mistero del termine '"Interrabang" (!?) è sorprendente.

 

locandina

Interrabang (1969): locandina

 

In viaggio su uno yacht, il fotografo Fabrizio (Umberto Orsini) - assieme alla moglie Anna (Beba Loncar), la modella/fidanzata Margarita (Shoshana Cohen) e la cognata nubile Valeria (Haydee Politoff) - raggiunge un'isola per realizzare un servizio. Terminato il lavoro, si accorge di essere rimasto senza carburante. Accetta un passaggio da una coppia in motoscafo, per recuperare gasolio, lasciando sole le donne, alle quali in seguito due poliziotti informano che sono alla ricerca di un evaso e sconsigliano di rimanere sul posto. Poco dopo compare Marco (Corrado Pani), un uomo di bell'aspetto, il quale afferma di essere un poeta e di vivere sull'isola. Ovviamente attira subito le attenzioni (di che tipo è facile immaginare) delle tre ragazze. Più tardi, la scoperta di un cadavere tra gli scogli rende plausibile l'ipotesi che sia proprio Marco ad essere ricercato per omicidio.

 

"Non conosci l'Interrabang? È il segno nuovo del dubbio: un punto esclamativo affiancato a quello interrogativo (!?) Rappresenta il dubbio. Il dubbio della nostra epoca. Il dubbio del mondo..."

(Valeria, al perplesso Fabrizio)

 

Corrado Pani, Beba Loncar

Interrabang (1969): Corrado Pani, Beba Loncar

 

Uno dei pochi gialli italiani ad intrigo "ereditario" d'ambientazione balneare (sullo stile di Top sensation o L'isola delle svedesi) che sembra essere ispirato dai contemporanei thriller erotici di Umberto Lenzi (quelli con la Baker) e da Il coltello nell'acqua (Roman Polanski, 1962). Il cast è di prim'ordine ma, nonostante la suggestiva location dell'Isola Rossa di Porto Santo Stefano, Biagetti è ben poco ispirato. Si direbbe anzi che, durante le riprese, si sia assopito all'ombra di qualche scoglio. Colpa anche di una sceneggiatura ad effetto soporifero (stando ai crediti, scritta dallo stesso regista in collaborazione con Giorgio Mariuzzo e Edgar Mills) che non contribuisce minimamente a dare ritmo alle patinate immagini. La storia è labile, quasi nulla. Infatti non succede praticamente niente sino ai dieci minuti finali (che poi si risolvono in una vera e propria burla ai danni dello spettatore: così impara a stare sveglio e attento!) e per tutto il film tocca subire dialoghi pedanti e surreali (influenzati dal confuso momento storico, con sessualità a 360° - libera - in primis), una colonna sonora (del solitamente bravo Berto Pisano) [1] adatta al sonnolente clima e attrici (graziose ma noiosissime e per nulla erotiche) che sfilano in bikini mostrandoci un variegato campionario di costumi, degno di "Postalmarket".

 

Corrado Pani, Beba Loncar

Interrabang (1969): Corrado Pani, Beba Loncar

 

Biagetti ci mette però del suo per rendere fastidiose le riprese, che sembrano infatti girate da Jesús Franco al top della forma artistica: abuso di zoom a livelli incredibili e riprese ondulanti - da mal di mare - sopra le barchette. Per farselo piacere occorre essere un masochista mentre, per vederlo interamente, un testardo e irrecuperabile ammiratore del cinema italiano anni '70, in grado quindi di sopportare anche un film tipo questo, di una calma piatta pressoché perfetta. In sintesi Interrabang ha di interessante solo il titolo (peraltro sbagliato), modellato sul medaglione che porta al collo Valeria (ma che vedremo anche su Marco), il cui significato riportiamo citando letteralmente  Wikipedia:

 

<< Il punto esclarrogativo (?), in inglese interrobang, è un raro carattere tipografico; graficamente, rappresenta l'unione di due simboli, il punto interrogativo e il punto esclamativo, sovrapposti e con il punto in comune. Nella lettura, tale punto equivale a una pausa della lunghezza di un punto fermo, cui si aggiungono le intonazioni tipiche della domanda e della sorpresa.

Il nome inglese interrobang è una parola macedonia, il cui etimo è da ricercare nelle espressioni interrogative point ("punto interrogativo") e bang ("punto esclamativo" nel gergo dei tipografi e programmatori anglosassoni). >>

 

In pratica un WTF! Esattamente quello che viene da esclamare, quando in questa memorabile sciocchezza cinematografica i nodi vengono al pettine.

 

Beba Loncar, Haydee Politoff, Shoshana Cohen

Interrabang (1969): Beba Loncar, Haydee Politoff, Shoshana Cohen

 

"La cosa terribile non è la morte, ma le vite che la gente vive o non vive fino alla morte. Non fanno onore alla propria vita, la pisciano via. La cagano fuori. Muti idioti. Troppo presi a scopare, film, soldi, famiglia, scopare. Hanno la testa piena di ovatta. mandano giù Dio senza pensare, mandano giù la patria senza pensare. Dopo un po’ dimenticano anche come si fa a pensare, lasciano che siano gli altri a pensare per loro. Hanno il cervello imbottito di ovatta. Sono brutti, parlano male, camminano male. Gli suoni la grande musica dei secoli ma loro non sentono. Per molti la morte è una formalità. C’è rimasto ben poco che possa morire."
(Charles Bukowski)

 

Trailer 

 

[1] Soundtrack che Berto Pisano ripropone anche nel successivo Giallo a Venezia (ved. recensione di Moonlightrosso)

 

F.P. 01/11/2021 - Versione visionata in lingua italiana (durata: 92'25")

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