Regia di Paolo Bologna vedi scheda film
Finalmente sono riuscito a vedere FUORI DAL GIORNO, in una notte post febbrile è stata la visione migliore che si poteva auspicare per un film del genere. Genere sperimentale.
Da sempre ero incuriosito dall’opera prima di Ennio Fantastichini (all’epoca solo un attore teatrale dalla grande testa di capelli) e dalle due righe di trama che dicevano e non dicevano. In effetti una sceneggiatura non c’è, una camera segue un uomo nel suo girovagare a piedi, in auto, in tram, sulla metro per vendere coca, raggiungere la fidanzata, l’amico montatore perché Leo il protagonista è anche un filmaker. Incontri diurni e notturni da semaforo giallo, all’insegna della confusione esistenziale se non generazionale. La critica delle giovani firme allora lodò FUORI DAL GIORNO, stufi dei vecchi tromboni e dell’aria asfittica del cinema italiano in generale bastava davvero poco per esaltarsi. Il film di Paolo Bologna deve tantissimo a John Cassavetes più che all’evocato ed ingombrante neorealismo (la zavorra di ogni esordiente). La metropoli e il suo microcosmo di anime che si sbattono da una parte all’altra alla ricerca di se stessi verrà raccontata meglio e con molta più profondità da Silvio Soldini – fin dal medio GIULIA IN OTTOBRE.
Leo è Leonardo Treviglio, interprete scorbutico e vagamente pasoliniano. Ennio è il grande Ennio Fantastichini, doppiato! Ma perché? Cloris Brosca è la ragazza di Leo: simpatica e guizzante. Musiche adeguate e suggestive del jazzista Maurizio Giammarco.
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