Regia di Herman Yau vedi scheda film
Un film di estrema crudeltà, che si spinge oltre i limiti del buon gusto mettendo in scena un massacro multiplo con almeno vittime cinque innocenti bambini. Piuttosto celebre, proprio a causa di questo dettaglio quasi unico (per fortuna) in un film splatter. Primo tempo in bilico con un registro ironico a dir poco di altrettanto cattivo gusto.
Hong Kong, 1978. Poiché pieno di debiti, un uomo (Anthony Chau-Sang Wong) salda il suo creditore in maniera definitiva, uccidendolo arso vivo. Per sfuggire alla giustizia si trasferisce a Macao, mutando identità in Wong Chi Hang. Nel 1986 diventa il titolare del ristorante Otto Immortals, mentre la polizia locale è alle prese con un insolito rinvenimento a riva delle acque marine, costituito da braccia e gambe umane appartenenti ad un'anziana donna sessantenne. Da questo dettaglio, ovvero dell'identità della vittima ottenuta tramite impronte digitali, l'agente Lee (Danny Lee) indirizza i suoi uomini a seguire le mosse di Wong. Di fatto Cheng Lam, precedente proprietario del ristorante, è sparito assieme all'intera famiglia, composta da moglie e cinque figli. I resti ritrovati sulla spiaggia appartengo invece alla suocera di Cheng.
Anthony Chau-Sang Wong
Purtroppo ispirato da un fatto di cronaca, avvenuto a Macao nel 1985, The untold story racconta le terribili gesta di un folle criminale spinto a compiere atti inenarrabili, inizialmente dalla semplice necessità economica. Giocatore truffaldino di Mah Jong, Wong elimina la famiglia del suo debitore con ferocia insensata. Danny Lee, oltre a interpretare l'agente "donnaiolo" nel film, produce e co-dirige (non accreditato) assieme ad Herman Yau un film al limite del visibile, che non si ferma (nella versione integrale) nemmeno di fronte al massacro di donne, bambini e anziane. I delitti, messi in mostra con dovizia di dettagli splatter, sono sfacciatamente estremi e spregiudicati. Questa dose di eccessiva crudeltà viene amplificata da una prima parte con siparietti a dir poco impropri, tipo battute di cattivo gusto sugli arti ritrovati o scenette da commedia sexy, con l'agente Lee sempre in compagnia di donne fatali che attirano l'attenzione dei vari poliziotti. L'interpretazione quasi caricaturale di Anthony Chau-Sang Wong (nei panni del folle sanguinario) contribuisce invece a sminuire l'effetto realistico. Tuttavia The untold story diventa particolarmente interessante sul crocevia dei due tempi.
Wong sta per rifornirsi di carne, necessaria per condire i suoi gustosi panini
Il secondo tempo, con l'omicida ormai catturato ma deciso a non confessare, rientra invece nel registro drammatico e gli sceneggiatori (Law Kam-fai e Sammy Lau) tentano anche di spostare l'attenzione sui metodi poco ortodossi adottati dalla polizia cinese per estorcere la confessione. Ben girato e - siparietti a parte - ben scritto, resta un film "estremo" e in grado di raggiungere picchi di cinismo mai prima (né dopo) visti in un film. Ha due seguiti, non correlati a questo dato il finale definitivo e chiuso ad un eventuale proseguimento.
La famiglia du Cheng Lam
Curiosità
Quando Wong riceve la prima visita della polizia accoglie gli agenti con estrema educazione, offrendo loro panini con carne di maiale. In realtà la carne che riempie i gustosi manicaretti non è affatto di maiale, ma è quella di un addetto al ristorante, ucciso a sangue freddo dal titolare perché scoperto a barare durante il gioco del Mah Jong. Questa scena deve avere necessariamente influenzato Luna Gualano, dato che la ripropone quasi in identica maniera nell'interessante thriller Psychomentary (2014).
Licenziamento della cassiera del ristorante Otto Immortals
"L’istinto omicida, tra molti altri istinti, è intrinseco all’essere umano. Vanno insieme: uomo e morte, uomo e crudeltà, uomo e sangue. Non è piacevole, ma è sicuramente così." (Roberto Bolaño)
Trailer
F.P. 17/07/2020 - Versione visionata in lingua cantonese (durata: 95'55")
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