Regia di Liliana Cavani vedi scheda film
Tratto dall'omonimo romanzo di Malaparte,è un film inutilmente scabroso e provocatorio
Cosa sia successo a Napoli, immediatamente dopo, la cosiddetta"liberazione"è diffice saperlo.I libri di storia non sono sufficientemente esaustivi e sorvolano su temi che forse attengono più alla discussione sociologica,quello che raccontavano i nostri genitori e i nostri nonni,era filtrato dal loro personale giudizio che a memoria mia, era piuttosto indulgente.La regista Cavani, s'inoltra volutamente in un terreno minato,narrando con una dose inquietante di compiacimento e uno spirito polemico e denigratorio, di nefandezze,che ci auspichiamo, essere solo delle esagerazioni provocatorie.La sua fonte d'ispirazione e di informazione,è il discusso e controverso romanzo di Curzio Malaparte "La pelle" che descriveva gli orrori e gli eccessi della Napoli post-bellica,che, stando alla tesi dello scrittore, era diventata in quegli anni ,una sorta di Sodoma e Gomorra,una città della perdizione,degradata e scivolata nell'abisso delle peggiori depravazioni,in cui succede di tutto.Madri snaturate che fanno prostituire i figli nei bassi offrendoli ai marocchini,prigionieri tedeschi venduti a peso,un'aviatrice americana violentata dai suoi commilitoni.Le immagini sono dolorosamente ripugnanti e a tratti perfino scioccanti,la scena del carrarmato che travolge padre e figlio,accorsi per festeggiare gli alleati,nella generale indifferenza, è veramente un pugno nello stomaco. Francamente sfugge il senso e lo scopo di questo film assolutamente e inutilmente scabroso.
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