Regia di Francis Ford Coppola vedi scheda film
Tornare indietro nel tempo, portando con sé la consapevolezza dell’età adulta, offre l’opportunità di rimediare agli errori commessi: gli ingenui si illudono che basti un colpo di pollice per cambiare tutto, i realisti sanno che il tempo è come un elastico che si allunga e poi riprende la propria forma. Spero con ciò di aver chiarito preliminarmente perché Ritorno al futuro è una favoletta per adolescenti, mentre questo è un grande film. Peggy Sue (che all’inizio appartiene alla prima categoria: “Se avessi saputo allora quello che so ora, avrei fatto tutto diversamente”) ha questa inestimabile fortuna: rivedere sé stessa, i parenti e i compagni di scuola sapendo in anticipo ciò che sarebbe accaduto. Forse riesce a modificare il corso delle vite di altre persone (il nerd si arricchirà con le invenzioni da lei suggerite, il bel fustacchione le dedicherà un romanzo), ma la partita decisiva è quella che riguarda il proprio matrimonio ormai avviato al capolinea: perciò usa ogni mezzo per distogliere il futuro marito dall’inseguire il miraggio di una carriera musicale e per convincerlo ad accontentarsi del lavoro in un negozio di elettrodomestici (“Io sto cercando di risparmiarti anni di frustrazione, di attesa per quel gran balzo, quell’enorme delusione della quale poi incolperai me per tutta la vita”). Ma alla fine, dopo tanto agitarsi, non succede nulla: una volta rientrati in un’esistenza così diversa da quella che si era sognata resta però la possibilità di riconciliarsi con il passato, di accettare con serenità un presente che è il risultato delle scelte compiute, giuste o sbagliate che siano (è il senso di un altro film che adoro, Se mi lasci ti cancello). Può sembrare una resa incondizionata al familismo imperante in epoca reaganiana, ma c’è la stessa inquietudine che circola nel finale di La vita è meravigliosa. Fantastica Kathleen Turner, credibile sia come quarantenne disillusa sia come studentessa in fiore (con qualche aiutino dei truccatori): uno dei ruoli che me l’hanno fatta amare, insieme a quelli di Brivido caldo, L’onore dei Prizzi e Turista per caso. All’altezza gli altri elementi di un cast felicemente intergenerazionale: i coglioncelli Nicolas Cage e Jim Carrey, le amiche Joan Allen e Catherine Hicks, i genitori Barbara Harris e Don Murray, la nonna Maureen O’Sullivan, la sorellina Sofia Coppola, la figlia Helen Hunt. Per me il miglior Coppola di sempre: più dei padrini, delle apocalissi e anche dei sogni lunghi un giorno.
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