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Pecos è qui: prega e muori

Regia di Maurice Bright (Maurizio Lucidi) vedi scheda film

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La recensione su Pecos è qui: prega e muori

di mm40
2 stelle

Il bandito El supremo compie una strage; l'unico sopravvissuto affida le indicazioni necessarie a recuperare un ingente tesoro a tre musicanti di strada messicani. A difendere il trio arriva quindi il pistolero Pecos, che sfidando apertamente El supremo punta alla conquista del bottino.

Maurizio Lucidi era stato per alcuni anni montatore ed era approdato alla regia soltanto nel 1965, con un tardo peplum (La sfida dei giganti); questo è il suo secondo film e, inevitabilmente data l'epoca, si tratta di uno spaghetti western. Un prodottino perfettamente in linea con la media del filone cui appartiene: realizzato in povertà, sfruttando scenari nostrani e interpreti di seconda o terza fascia, con una storia blandamente ispirata al già risaputo canovaccio costituito da torto + vendetta + tesoro: creazione del primo, compimento della seconda, recupero del terzo. Il Pecos del titolo è affidato all'americano Robert Woods, già inserito nel genere e suo assiduo frequentatore nel futuro prossimo; fra gli altri nomi al centro del cast troviamo Piero Vida, Luciana Gilli, Umberto Raho e un altro habituè del western all'italiana, Pedro Sanchez (all'anagrafe Ignazio Spalla, il siciliano con la faccia da messicano). Sceneggiatura - che deve aver richiesto davvero pochi sforzi di fantasia - a opera di Adriano Bolzoni; il ritmo c'è, ma manca la tipica ferocia delle pellicole di questo stampo, tanto che il lieto fine lascia tantissimo a desiderare. 2/10.

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