Regia di Amleto Palermi vedi scheda film
Maria, ragazza madre, viene abbandonata da Alberto quando si scopre incinta. Il neonato avrà però vita breve e la giovane va a fare la balia presso una famiglia dove viene di nuovo insidiata dal cognato del padrone di casa. Finalmente Maria incontra Pietro, che ama ricambiata, ma questi finisce in carcere ingiustamente.
Noto principalmente per essere il primo film girato nei neonati teatri di posa del Centro Sperimentale di Cinematografia, La peccatrice è una delle ultime pellicole di Amleto Palermi, nonché fra le più note della sua prolifica carriera cominciata a metà degli anni Dieci del Novecento. Un’opera oltremodo drammatica che ricevette buona accoglienza dal pubblico e dalla critica, venendo presentata a Venezia in quello stesso anno, il 1940, ma senza ottenere riconoscimenti; la sceneggiatura è firmata dal regista insieme a un tris di nomi di tutto rispetto: Luigi Chiarini, Umberto Barbaro e Francesco Pasinetti, ed è un intenso coacervo di emozioni e di situazioni (neo)realiste che portarono a inquadrare il lavoro, per l’appunto, nel proto-neorealismo. Considerando che una delle caratteristiche essenziali di questo filone è quella dello sfruttare interpreti presi dalla strada, facce vere per quanto attori limitati, è evidente che La peccatrice non può ricadere all’interno del genere, sfoggiando nel suo cast fra gli altri Paola Barbara, Vittorio De Sica, Gino Cervi, Fosco Giachetti, Olga Solbelli, Umberto Melnati e Camillo Pilotto. I toni sono però quelli drammatici a oltranza e freddamente realisti che caratterizzeranno il cinema nostrano dell’immediato dopoguerra, sconfinando perfino nel melodramma lacrimevole in più momenti, tanto che la crudezza degli argomenti portò la censura a richiedere svariati tagli. Presumibilmente a non convincere più di tanto certa parte della critica e la censura stessa è stato anche il finale eccessivamente negativo, per quanto, va riconosciuto, del tutto coerente con la storia. 4,5/10.
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