Regia di Margarethe Von Trotta vedi scheda film
Una ragazzina scappa di casa a seguito della morte, suicida, della madre. La accompagna un amichetto innamorato di lei. Ma non si tratta certo di una fuga d'amore: la sedicenne Teresa vuole infatti capire di più sul gesto della madre. Scoprirà scenari devastanti.
Dalla fine degli anni Novanta Margarethe Von Trotta gira quasi esclusivamente per la televisione (tedesca); nel 2012 accetta di dirigere per la Rai - usufruendo di cast tecnico e artistico interamente italiani - questo film sul tema della violenza contro le donne. Si tratta di uno dei quattro titoli della miniserie Mai per amore, destinata a sensibilizzare il grande pubblico nostrano sulla tematica, i cui ulteriori tre episodi sono stati assegnati a Liliana Cavani (1) e Marco Pontecorvo (2). Considerando il valore intellettuale della Von Trotta, insomma, la sua presenza in tale contesto pare assolutamente azzeccata; il problema principale è però la modestissima fattura - cioè, per l'appunto, di stampo espressamente televisivo - dell'opera. Trama lineare, dialoghi approssimativi, una confezione patinata-fasulla; quantomeno si salvano i principali interpreti sullo schermo, cioè Alessio Boni, la giovane ma già sufficientemente esperta Nina Torresi, Stefania Rocca, Ninni Bruschetta, Erika Blanc. Un centinaio scarso di minuti di durata, come per gli altri tre capitoli della serie; La fuga di Teresa sarebbe una normalissima, banalissima produzione per il piccolo schermo di questi anni, se non fosse per il plusvalore derivante dagli argomenti sociali messi in scena. 3/10.
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