Regia di Alfredo Peyretti vedi scheda film
La vita troppo breve e piena di eccessi e provocazioni, ma indubbiamente coerente e per certi versi esemplare, di Moana Pozzi.
A quindici anni dalla prematura scomparsa di Moana Pozzi (1961-1994), con una produzione Sky viene ripercorsa la sua troppo breve esistenza: Moana, intitolato semplicemente così, è un film in due parti dalla confezione evidentemente televisiva affidato a un regista esperto di questo tipo di prodotti, Alfredo Peyretti, e con una protagonista assolutamente in parte quale è Violante Placido. Due puntate da un’ora e mezza ciascuna per mettere in scena la controversa e straripante vita di un’attrice, modella, pornodiva, politica, ma soprattutto donna sopra le righe, capace di mantenere la massima semplicità e una totale coerenza nell’arco di tre lustri di carriera dalle molteplici facce, come molteplici erano gli interessi di Moana. E se la Placido se la cava egregiamente nel ruolo centrale, Fausto Paravidino nei panni di Riccardo Schicchi, manager onnipresente dell’artista, riesce spesso e volentieri a rubarle la scena; fra gli altri interpreti: Gaetano Amato, Giorgia Wurth, Elena Bouryka e Michele Venitucci. Il ritmo non è sempre altissimo, ma il racconto risulta in media credibile e non troppo romanzato; tanto è vero che Cicciolina fece causa alla produzione per essere stata inserita nella trama del lavoro senza il suo consenso, e la perse. Sceneggiatura del regista, di Cristiano Bortone e di Leonardo Breccia. 4/10.
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