Regia di Tiziano Longo vedi scheda film
Commedia vagamente sexy diretta da Tiziano Longo, regista da sempre sottovalutato, e interpretata da un cast significativo del filone. Ottimi gli indimenticabili Renzo Montagnani e Riccardo Garrone, artefici di una divertente serie di battute e malintesi.
Il sindaco Angelo Lo Curcio (Renzo Montagnani), dopo il decesso dell'abbiente fratello Emanuele, scopre che i beni di famiglia sono destinati a Domitilla (Daniela Halbritter), figlia riconosciuta dal defunto solo in punto di morte. Assieme alla moglie, i nipoti e altri parenti, Angelo tenta di tutto per escludere dal testamento Domitilla. Si rivolge all'avvocato Giuseppe Zito (Riccardo Garrone) ma lo stesso, in segreto, si muove al fine di ottenere procura legale per amministrare i beni della ragazza. Un articolo del testamento prevede l'estromissione della beneficiaria in caso di atteggiamento riprovevole o amorale. Dato che Domitilla ha un comportamento irreprensibile - frequentando unicamente Don Alfonso (Fernando Cerulli) e la chiesa - assieme alla nipote Gigia (Femi Benussi), Angelo organizza una messa in scena. Dopo averla drogata, Angelo e Gigia spogliano Domitilla, riprendendola nuda con una macchina fotografica.
"Questa non è una santarellina: è stata a scuola dalle Bernardone, e si è diplomata alla Sorcona!" (Angelo Lo Curcio mentre scatta foto alla nipote incosciente)
Classica commedia a sfondo vagamente sessuale, interpretata da ottimi attori (Renzo Montagnani, Riccardo Garrone, Macha Méril) e da caratteristi esemplari (Fernando Cerulli, Lauretta Masiero, Stefano Amato, Luciana Turina). Insolitamente considerato minore rispetto alle altre pellicole del filone, in realtà rientra nella media grazie a una sceneggiatura che, per quanto banale, dispensa ripetute battute. Saltuariamente volgare, con sketches fulminanti, ma proprio per questo divertente e ancora oggi gradevole da vedere. Montagnani (nel ruolo del sindaco) si distrae più volte, rapito nell'attenzione dalle sinuose forme della segretaria prima e della moglie dell'avvocato poi (dovrebbe trattarsi di Concita Gloria Vasques, comparsa solo in questo e nel successivo Pipino il breve). Oggi forse incomprensibile per i più giovani, dato che si cita il MEC (Mercato Comune Europeo), l'art. 1 della Costituzione italiana e Andreotti (qui fonte di fraintendimento tra il celebre politico, potente e onnipresente, e un anonimo venditore ambulante alla ricerca di licenza comunale).
Tiziano Longo ha operato per breve tempo dietro la macchina da presa (soprattutto nel biennio 1975/1977), venendo da una più lunga carriera di produttore (il primo titolo che lo vede impegnato in tale ruolo figura essere L'ultima preda del vampiro di Piero Regnoli, l'ultimo La gatta in calore di Nello Rossati). Ma ha dato contributo anche come sceneggiatore ed è persino apparso come attore ne I racconti di Canterbury di Pasolini e in Buona parte di Paolina (Nello Rossati, 1973). Quasi trent'anni al servizio del cinema popolare, con esiti non certo memorabili ma nemmeno disprezzabili, eppure rimasto escluso dalla rivalutazione del cinema italiano di genere, che talvolta ha invece visto incensare film ben più brutti di questo Peccatori di provincia.
Rivisto nel palinsesto di Tv Plus (Cinema Segreto) in versione purtroppo ampiamente tagliata, mancando del tutto la scena della seduta spiritica che vede nel ruolo di medium Luciana Turina. Scena poi riproposta - di nuovo con presenza della Turina e di Montagnani - da Claudio De Molinis alcuni anni dopo, nel mediocre (e questo sì veramente brutto) C'è un fantasma nel mio letto (1980).
"Lasciare in eredità. Dare generosamente a un altro quello che ormai a qualcuno bisogna pur concedere." (Ambrose Bierce)
Clip
F.P. 27/01/2021
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta