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Un anno vissuto pericolosamente

Regia di Peter Weir vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Un anno vissuto pericolosamente

di Baliverna
8 stelle

Un giornalista ambizioso cerca lo scoop nella turbolenta Indonesia del 1965. Il lavoro e la politica si mescolano in un intruglio da cui non resta che saltare fuori, aggrappandosi alla fune dell'amore.

*** ANTICIPAZIONE DEL FINALE ***  Era uno di quei film che avevo mancato di vedere per tutti questi anni, nonotante sia abbastanza noto, e forse il titolo più del film stesso. L'ho trovato un'opera riuscita, di un regista che ci aveva già abituato bene. In particolare, mi è sembrata una pellicola molto fluida nel suo andamento, senza cambi di ritmo, che coniuga bene la dimensione privata con quella politica.
Oltre che raccontare di riflesso un pezzetto di storia indonesiana, mi pare che la sceneggiatura rifletta sul problema dei paesi poveri guidati da governi deboli e corrotti, e sulle vie d'uscita da questa situazione. La povertà e la fame non possono restare senza risposta, senza un tentativo di soluzione. Una via d'uscita potrebbe essere la rivoluzione comunista, ma questa rimane solo una possibilità che resta lì quasi per esclusione, perché non si intravvedono altre soluzioni. Tuttavia il film non auspica una simile prospettiva, ma si limita, mi pare, a constatare che altrimenti non sappiamo dove sbattere la testa. In generale, si può dire che viene posto il problema, ma viene lasciato sostanzialmente aperto. Forse il personaggio del nano incarna questo angosciante interrogativo.
Mel Gibson era all'epoca un astro in ascesa, e mi viene da scuotere la testa se penso a come si è ridotto oggi. La sua interpretazione in ogni caso è buona, e l'attore si rivela sicuramente espressivo e capace, e non un bellone che deve solo fare bella figura. Qualcuno lamenta che la storia d'amore con il personaggio di Sigourney Weaver (qui putroppo dimagrita) sia scontata e banale, ma io non trovo. E' una relazione segnata da varie sfumature e ambiguità, tra cui l'iniziale reticenza di lei, e il colpetto basso di lui che punta allo scoop con le confidenze ricevute da lei, e poi per il fatto che Weir non gira una ovvia scena di sesso tra i due.
In complesso, lo definirei sicuramente un bel film, che coinvolge e offre spunti di riflessione. Diciamocelo, fosse stato girato oggi si sarebbe puntato quasi solo sull'azione dimenticando i crucci dei personaggi e i dilemmi politci. Il finale l'ho trovato suggestivo: con un senso di amaro sollievo, se così si può dire, Gibson sale sull'aereo senza più nulla se non la vita. Nudo alla meta.

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