Regia di Ric Roman Waugh vedi scheda film
I figli… so pezzi ‘e core, anche per una “roccia” come Dwayne Johnson asceso dalle arene della WEE all’empireo di Hollywood. Interprete duttile e interessante, Johnson con Snitch. L’infiltrato prova a convincere anche l’ultimo degli scettici di non essere solo muscoli in movimento. In realtà, basta averlo osservato senza pregiudizi per comprendere che Johnson è un attore-corpo in evoluzione. Diretto con grinta dall’ex stuntman Ric Roman Waugh, Snitch è un discreto actioner dal retrogusto operaio che si concede tutto il tempo necessario per montare una tensione credibile. La prima sparatoria arriva dopo quasi un’ora di film e a quel punto Dwayne Johnson è più che mai determinato a tirare fuori dalla galera dove marcisce il figlio che è stato incastrato in una storia di ecstasy spedita per posta da un amico poco raccomandabile. Trama ridotta all’osso e aria da B movie anni 70 (come l’avrebbe potuto dirigere William Fruet o Corey Allen) al servizio del protagonista in un ruolo che anni fa sarebbe potuto essere di Joe Don Baker. Notevole lo stuolo di facce di contorno tra le quali spicca il ceffo di Barry Pepper con un pizzo caprino che lo fa assomigliare a Nick Oliveri dei Queens of the Stoneage. Da segnalare ancora l’aria da pugile suonato di Jon Bernthal (The Walking Dead) e la sublime Nadine Velazquez (My Name Is Earl). Tutto già visto, d’accordo, ma dotato di certa onestà artigianale che compensa in parte la prevedibilità dell’insieme.
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