Regia di Pablo Larrain vedi scheda film
Nel 1988, dietro pressione internazionale, il dittatore cileno Pinochet viene costretto a indire un referendum sulla propria permanenza al potere: è così sicuro di vincerlo da concedere all’opposizione la possibilità di mandare in onda ogni giorno uno spot di 15 minuti, pari a quelli riservati al regime. Il fronte del No assolda un giovane pubblicitario, scostante e alieno da ideologie, che vara una campagna basata sullo slogan “L’allegria sta arrivando”: niente immagini di repressioni e torture, ma sorrisi e musiche accattivanti. Larraín evita i toni trionfalistici, racconta una battaglia combattuta più sul piano del marketing che su quello politico e piazza un finale beffardo e inquietante (è sbarcato il consumismo): la democrazia diventa un prodotto da vendere come gli altri, e gli elettori sono potenziali acquirenti che vanno convinti della sua bontà; una strategia che spiazza l’avversario, inizialmente bloccato su toni pomposi e ufficiali, costringendolo a scendere su un terreno non suo e ribaltando un risultato che sembrava già scritto. Resta sullo sfondo la storia personale del protagonista, ancora innamorato della barricadera ex moglie e preoccupato per l’incolumità del loro bambino. Si poteva tagliare qualcosa nella parte centrale, perché dopo un po’ gli scontri fra l’enfant terrible e i suoi committenti, reduci da anni di sofferenze e scandalizzati da tanta frivolezza, diventano ripetitivi.
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