Regia di Pablo Larrain vedi scheda film
La fine di Pinochet in controluce
Il controluce domina: dalle inquadrature che siano contro il sole in esterni o i riflettori negli interni o al cuore di una nazione e di un popolo confuso e spaventato dopo 3 lustri di drammatica dittatura. Il Cile era Pinochet e Pinochet era il Cile. Sembrava una realtà irreversibile se non nella violenza di una fine shock come altre tragedie simili, invece no. Appunto NO, un referendum, l'imprevedibilità a volte coglie impreparata anche la Storia e la democrazia germoglia nella sorpresa. A dire il vero la fine degli 80 con la fine della guerra fredda apriva la stagione che stiamo ancora vivendo, dove le 'strategie' internazionali perdevano la costante della durata nel tempo e si trasformavano continuamente senza curarsi di equilibri duraturi precari o stabili. Larrain similmente in Tony Manero (purtroppo l'unico altro suo film che ho visto...) come un pittore espressionista sceglie la tavolozza dei colori non in base al soggetto ma alle emozioni, così le azioni (la campagna per il NO) scorrono sullo scenario (la fine del regime) paralleli, visivamente nell'incisività della messinscena ed emotivamente nella distanza decisiva dei piani molto influente sulle percezioni dello spettatore. La pubblicità vince, sconfigge il 'male' ma non necessariamente rappresenta il 'bene' anzi... Macchiavellicamente il fine giustifica i mezzi ma se l'importante è vincere, l'imbarazzo per come è stato raggiunto il successo rimane. Anni di sofferenze, di dolore, di morte non servono per cacciare un dittatore, serve il 'sorriso', l'ottimismo del consumismo, la rimozione delle negatività per affrontare il domani con serenità. Rimuovere e dimenticare per superare, la memoria selettiva di un popolo è la via d'uscita da un incubo. Tanti opinionisti/uomini politici nostrani misero in dubbio addirittura l'esistenza di una dittatura in Cile: - Ma quale dittatura si rovescia con un referendum? La sinistra vi ha preso in giro per 15 anni con la storia di Allende e tutto il resto, aprite gli occhi! In queste sfumature fra il bianco e il nero delle ideologie il regista pone il suo film, togliendo certezze e accendendo le attenzioni su di un evento storico dimenticato/rimosso/revisionato con una forza irresistibile e preziosa, la stessa forza che anima le persone capaci di donare la loro vita al servizio di una causa nobile.
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