Trama
In Cile, nel 1988, il dittatore Augusto Pinochet indice un referendum popolare nel rispetto delle regole transitorie della Costituzione del 1980. Alla gente viene chiesto di esprimere il proprio parere sulla possibilità di far durare il suo potere fino al 1997. Durante la campagna elettorale che ne consegue, il movimento del "No" prende a poco a poco il sopravvento grazie alle intuizioni di René Saavedra (Gael García Bernal), un giovane e brillante pubblicitario il cui obiettivo principale è il porre fine al clima di violenza e terrore che da 15 anni opprime il Paese.
Approfondimento
NO - I GIORNI DELL'ARCOBALENO: LA RICERCA DELLA FELICITÀ
Ispirato a fatti realmente accaduti, No è la moderna storia di un Davide contro Golia, una commedia nera in cui il semplice pubblicitario René Saavedra usa gli strumenti del suo lavoro per cambiare i processi sociali in maniera originale. Allontanandosi dai metodi del dittatore Augusto Pinochet e della sua forza di polizia segreta (la DINA), responsabili di 15 anni di omicidi, pestaggi, esili e sparizioni misteriose, Saavedra invita i suoi connazionali impauriti a ritrovare fiducia in se stessi e a ricercare quella felicità che da troppo tempo ormai manca al Cile attraverso l'uso di simboli e metafore tipiche del capitalismo. Nonostante la resistenza dei colleghi che vi intravedono un affronto verso tutti coloro che hanno sofferto per la dittatura, la campagna di Saavedra si gioca tutta sul concetto di "ricerca della felicità", un'ideologia non belligerante che risveglia la coscienza sociale di entrambi gli schieramenti politici, portando il 97% della popolazione a recarsi alle urne e a decretare con il 56% dei voti complessivi la vittoria del "no". Pur raccontando con una struttura classica un episodio particolare della storia moderna, No è un film pensato specificatamente per rivolgersi a un pubblico universale, dato che il tema delle libertà civili continua ad essere attuale e applicabile ad ogni realtà.
AUTENTICITÀ DELLE IMMAGINI
Per ricreare l'atmosfera del periodo storico raccontato, grazie all'aiuto del direttore della fotografia Sergio Armstrong, il regista Pablo Larrain ha rintracciato una vecchia videocamera U-matic del 1983 per girare la storia ambientata nel 1988. In questo modo, le immagini si integrano senza creare discontinuità con il materiale d'archivio, fornito dalle televisioni (servizi giornalistici e spot televisivi sono quelli originali) e accompagnato dai reali protagonisti della campagna(giornalisti, attori, cantanti e ballerini). Uno degli esempi migliori del risultato raggiunto si può notare nella scena in cui l'anchorman del notiziario serale controlla la sua immagine su un monitor posto all'interno dello studio televisivo. Nonostante l'immagine dal vivo sia girata nel 2012 e quella trasmessa dal monitor risalga al 1988, non vi è alcuna differenza di colore che lasci immaginare che si tratti di materiale realizzato a 24 anni di distanza. L'effetto "autenticità" viene ulteriormente sottolineato dall'uso delle musiche e dei jingle originali creati da Saavedra.
LA TRILOGIA DI LARRAIN
No - I giorni dell'arcobaleno è la parte conclusiva della trilogia che il cileno Pablo Larrain inizia nel 2008 con Tony Manero - una dark comedy con risvolti politici su un psicopatico di mezza età che sogna di diventare il miglior sosia cileno del John Travolta di La febbre del sabato sera -, a cui fa seguito Post mortem - una vicenda kafkiana basata sulle vicende di un impiegato dell'obitorio cittadino che, dopo essersi innamorato dell'esotica vicina ballerina, è sconvolto dalla realtà politica circostante quando si trova faccia a faccia con i danni collaterali di un brutale colpo di Stato. Se Post mortem parla delle origini della dittatura di Pinochet e Tony Manero è ambientato durante una delle sue fasi più violente, No racconta della fine del regime, per far luce sulle dinamiche di distorsione ideologica messe in atto per perpetuare un potere tramutato in violenza e distruzione morale.
Note
Cineasta dal limpido talento, Pablo Larraín, dopo il capolavoro "Post Mortem", anatomia del Cile devastato dal golpe militare, rimette insieme i cocci raccontando un evento epocale non solo per la vittoria della democrazia ma perché traghettò il paese da una condizione di chiusura “franchista” alla modernità dell’era consumista. Vedendo "No. I giorni dell’arcobaleno" hanno tutti gioito per le sorti della gioiosa macchina da guerra democratica, sottolineando lo stile aspro del regista. Nessuno però ha notato quanto sia angosciante la sequenza finale: il vero senso politico del film è soprattutto qui: Welcome to the Jungle. Art Cinema Award alla Quinzaine des Réalisateurs 2012.
Trailer
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- Premio Art Cinema - Quinzaine al Festival di Cannes 2012
Commenti (8) vedi tutti
Tony Manero (2008) e Post Mortem (2010), ovvero il golpe cileno raccontato da Larrain attraverso alcuni emblematici e banali personaggi che avevano preferito anteporre i vantaggi personali all’immane tragedia collettiva che aveva spazzato via la democrazia massacrando o esiliando militanti politici, intellettuali e artisti.
leggi la recensione completa di laulillaPablo Larraín racconta uno snodo fondamentale nella storia del Cile, la fine della dittatura militare battuta dalle moderne campagne di marketing, immergendoci nel 1988 con una scelta stilistica "vintage", ma offrendoci una riflessione sempre attuale sul valore e sui limiti della democrazia pluralista.
leggi la recensione completa di port crosLa gioia tanto reclamizzata si manifesta finalmente in tutte le sue sfaccettature, dopo anni di repressione dei cuori e del pensiero.
leggi la recensione completa di BradyInteressante perché è una storia vera però lento! E poi sarà stato davvero lo spot a convincere i Cileni a votare NO al referendum su Pinotchet?
commento di Artemisia1593La fine di Pinochet in controluce
leggi la recensione completa di luca826Il cinema aiuta la storia, anche quella recente, a farsi mito e creare i propri eroi, ma il rischio dell'agiografia è sempre dietro l'angolo. Una dignitosa operazione cinematografica girata con stile semidocumentaristico, ma il sospetto è che la storia segua dinamiche più complesse di una trovata pubblicitaria.
leggi la recensione completa di casomaiNon basta avere ragione per vincere, ci vuole un sogno da vendere. Poi il sogno muore o nel migliore dei casi si corrompe, ma questa è già un'altra storia.
commento di michelLa modernizzazione del No, se da noi si chiama Renzi, invoca solo l'angoscia della scena finale…
commento di stenlio