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Berberian Sound Studio

Regia di Peter Strickland vedi scheda film

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La recensione su Berberian Sound Studio

di bradipo68
6 stelle

Anni '70 :Gilderoy, apprezzato tecnico del suono inglese è chiamato alla postproduzione audio di un horror italiano intitolato Il vortice equestre ad opera del "maestro" Giancarlo Santini. Per lui essere calato in uno studio di registrazione così raffazzonato in cui l'improvvisazione prende troppo spesso il sopravvento sulla professionalità è un qualcosa di traumatico ma non riesce ad esprimere tutto il suo disagio a causa dell'aggressività del suo collega italiano che più o meno velatamente gli consiglia sempre di stare al suo posto e di non interferire.
Sta accadendo qualcosa a Gilderoy: si sente sempre più parte del film, la linea che separa la realtà dalla fantasia diventa sempre più sottile, la sua vita sta diventando quel film correndo il rischio di far finire tutto durante un blackout, nel bel mezzo di una dissolvenza in bianco....
Non è facile liquidare in due parole un'opera complessa e stratificata come Berberian Sound Studio: sono talmente tante le riflessioni che suscita...
Un film che sembra omaggiare una determinata stagione del nostro cinema svelandone i trucchi che ne contribuirono a creare la magia. Lo studio tecnico di registrazione è un microcosmo dove la fantasia realizzativa vince sulla razionalità ed è per questo che il talentuoso , ma legato al suo lavoro da un indissolubile senso etico, Gilderoy si sente alieno in un mondo dove tutti sembrano solo attratti dalla superficie delle cose e che non hanno lo stesso rispetto che ha lui per il lavoro che stanno facendo.
Essendo girato praticamente del tutto in interni la stagione del nostro cinema thriller e horror, quella dei Bava ,dei Tessari, dei Margheriti, dei De Martino e degli Argento, più che dei Fulci che verrà più tardi, è rievocata più che altro attraverso costumi e acconciature dei vari personaggi, oltre a una ricostruzione, comunque accurata,  di un ambiente lavorativo piuttosto spoglio.
Probabilmente i limiti evidenti del budget hanno consigliato di limitare al massimo le ricostruzioni e gli ambienti per cercare di dare un aspetto molto più curato al look del film.
E devo dire che sotto questo aspetto l'opera seconda di Peter Strickland è piuttosto centrata: ha un aspetto stiloso sia per la cura maniacale per il sonoro ( visto l'argomento trattato ) ma anche per soluzioni registiche abbastanza originali.
Certo un budget adeguato avrebbe aiutato moltissimo nel dare un aspetto meno spartano ma alla fine non ci si fissa più di tanto su questo aspetto visto che tutto è ambientato in uno studio di registrazione piuttosto scalcinato.
Nella parte finale  Berberian Sound Studio cerca di cambiare passo: dall'ironia di personaggi come quelli dei rumoristi Massimo e Massimo che riproducono fedelmente i peggiori rumori da film horror spaccando cocomeri, spiaccicando zucchine al suolo , indossando tacchi a spillo o mettendo a bollire un pentolone di verdure, si passa a qualcosa di più ambizioso, all'espediente , un classico ormai, del film nel film.
Il senso di alienazione e di claustrofobia angosciosa che aleggiava minaccioso su Gilderoy e sugli altri personaggi  viene  portato a un livello anche superiore in cui è impossibile distinguere l'incubo dalla realtà.


Strickland tiene il gioco nascosto, forse anche troppo e osa con un finale enigmatico, ai limiti del lynchiano, che forse è il vero punto debole del film.
Evoca una strana sensazione: è come se lo spettatore che era lì con Gilderoy e tutti gli altri nello studio di registrazione viene prima messo al corrente di tutti i segreti del mestiere e poi improvvisamente sbattuto fuori senza alcuna spiegazione.
Perchè effettivamente non viene spiegato nulla ma tutto è lasciato alla libera interpretazione di ognuno.
Ma forse così facendo perde di vista la strada maestra che lo aveva condotto fin qui: il sincero omaggio a un cinema di genere che oggi è stato soppiantato da un modo di fare arte filmica molto meno "romantico" e molto più industrializzato.
Berberian Sound Studio può essere una chicca per cinefili perchè riproduce molti dettagli tecnici della realizzazione del comparto sonoro di un film ma ha un ritmo veramente troppo compassato che segue in tutto e per tutto lo stile del classico uomo senza qualità Toby Jones , veramente bravo a disegnare un personaggio molto particolare senza per questo scivolare nella caricatura.
Film per prima cosa da ascoltare, da vedere obbligatoriamente in versione originale ( inglese e italiano) e da prendere con le molle. potreste adorarlo oppure interrompere la visione perchè non sembra succedere veramente nulla.
A me ha lasciato piuttosto interdetto, soprattutto il finale.
(bradipofilms.blogspot.it)

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