Regia di Joseph Kosinski vedi scheda film
Premessa, una stella in più per la colonna sonora contenente un paio di brani “storici” dei Led Zeppelin e dei Procol Harum.
Battute a parte, la mia impressione è stata positiva oltre ogni aspettativa;il film, nella quasi totalità delle sequenze, è intriso di un particolare alone aulico che conferendogli un’eterea esperienza sensoriale avvolge globalmente lo spettatore.
Probabilmente ciò è dovuto alla scenografia, reale o digitale che sia, che ci immerge in quest’impalpabile azzurro, a partire dalla non convenzionale quanto avveniristica residenza quasi sospesa nel vuoto con annessa piscina in cristallo oltreché al riuscitissimo design di ogni particolare. Tutto trasuda azzurro, dai motori dei fantastici veicoli – che ricordano grosse libellule - alle gigantesche e inquietanti mega idrovore che risucchiano l’acqua del mare fino, in ultimo, al cielo che fa da sfondo a una terra vagante negli spazi siderali con tanto di luna parzialmente distrutta, ma azzurra anche lei. Il tutto contrasta piuttosto severamente con le lande terrestri ormai ridotte a desolati e aridi deserti disseminati qua e là da ciò che un tempo, prima della catastrofe nucleare, erano i patrimoni dell’umanità.
La trama è piuttosto originale, compatibilmente con il filone fantascientifico di cui riporta collegamenti sparsi (non si può non notare la somiglianza dell’occhio dei droni con l’occhio del computer ALL9000 di 2001 Odissea nello Spazio), abbiamo i buoni – che inizialmente sembrano cattivi - capeggiati da un discreto Morgan Freeman, abbiamo una task force di alieni – dei quali vediamo solo quella che probabilmente è l’immagine digitale di una loro responsabile/macchina - che dopo aver distrutto la luna vorrebbe fagocitare ogni riserva terrestre con l’aiuto di centinaia di cloni guardiani ( Tom Cruise) ai quali, dopo aver azzerato la memoria, con l’inganno verrà promessa la salvezza su una luna di Saturno (Titano). Ogni clone però è convinto di essere l’unico e non è a conoscenza delle altre copie. Proprio questo aspetto, nel momento in cui un Tom Cruise incontra un altro Tom Cruise, è all’origine di una sequela di vicende che porterà al fallimento del progetto alieno, nonché alla “ vittoria” di ciò che rimane dell’umanità. Potrebbe essere emblematico il finale dove la moglie vera di Tom Cruise, stanziatasi in quell’oasi di verde, l’unica probabilmente rimasta sulla terra, ritrova non il marito originale ma un suo clone identico teoricamente in tutto ma…
Ripeto, sono del parere di trovarci di fronte, se non a un capolavoro, sicuramente a un ottimo film di fantascienza del regista Kosinski, con le giuste dosi di fantasia, tecnologia scenografica, psicologia della coscienza finanche educarci all’amore per il nostro pianeta, dato che per ora non ne abbiamo un altro di riserva. Ottima la base sound degli M83 supportata, come accennato sopra, da due storici brani: "Ramble on" dei mitici Led Zeppelin e "Winter Shade of Pale" dei Procol Harum, entrambi vere pietre miliari del rock planetario.
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