Regia di Joseph Kosinski vedi scheda film
Voto: 4 120 milioni di dollari buttati via come fossero bruscolini per un inutile accumulo di citazioni a casaccio e per una bulimica esposizione di effetti speciali. Ora, io non dubito che una pellicola uscita in numero spropositato di copie balzi subito in vetta al box office, però anche il pubblico main stream che affolla le multisale non lo puoi prendere in giro per sempre e farla franca. Perchè io ho idea che anche molti tra coloro che sono di bocca buona stavolta non potranno non avere, come minimo, qualche perplessità. Eh sì, perchè qui stiamo parlando di due ore costruite sul Nulla. Un Nulla roboante, pretenzioso, sfavillante, ma che non prevede anima, sentimento, concettualità. Due ore che sono un trip senza rete nella dimensione più estetizzante (e cool) della Fanta Noia. E dire che il sottoscritto, peraltro spettatore divertito della saga "Mission Impossible", era stato uno dei pochi ad aver apprezzato il Tom Cruise del precedente "Jack Reacher" che aveva pienamente incontrato la mia idea di action movie moderno. Il problema a mio avviso è che Cruise (sono danni che fa Scientology??) si sta forse sopravvalutando, credendosi una sorta di artista-intellettuale che seleziona con etrema cura ogni passo da farsi nel mondo del cinema, e quando si mette in testa un'idea non c'è niente da fare, coi suoi soldi e col suo potere contrattuale, si può star certi che quell'idea diventerà realtà. Qualche anno fa, infatti, Cruise s'innamorò di questo progetto e ne sposò la causa, appoggiandolo con ogni forza. Poco importa che si trattasse della graphic novel scritta e disegnata da un architetto-ingegnere (Joseph Kosinski) che si era rivelato mediocre regista col dimenticabile "Tron Legacy". E così Cruise si dice abbia assistito personalmente alla stesura della sceneggiatura, avendo cura che essa fosse plasmata esattamente su di lui, e in particolare sulle sue conclamate doti di atleta e pilota. In altri termini: un inno al corpo del nostro eroe, qualcosa che ne esaltasse l'immagine collocandola al centro di tutto. La storia si svolge nel 2077, il pianeta Terra abbandonato dalla razza umana, coi sopravvissuti trasferiti su una colonia lunare. Ma eviterei di scendere nei dettagli di una sceneggiatura che è un'accozzaglia di luoghi comuni del cinema di questo genere, un delirio citazionista, frullato indigesto di Phlip K Dick, autore qui squadernato ed abusato senza ritegno. La confezione è smagliante, un design di scenografie e tecnologie che lascia a bocca aperta. Una gioia per gli occhi, una pena per il cervello ed il cuore: per chi si accontenta...Il cast. A parte il nostro "omino indistruttibile", c'è un Morgan Freeman che fa il minimo indispensabile, una Andrea Riseborough (la compagna del protagonista) leggermente antipatica e una Olga Kurienko (la ex moglie) a cui consiglio caldamente di tornare a fare la fotomodella. Discorso tutto a parte per la splendida Melissa Leo, la quale -pur relegata ad una situazione marginale (la vediamo solo attraverso un monitor)- non perde un grammo del suo carismatico fascino. In definitiva: due ore di noia in confezione techno de luxe.
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