Regia di Jonathan Glazer vedi scheda film
Partiamo da un dato cruciale: il film è tratto da un romanzo di Michel Faber che non ho letto e che difficilmente leggerò prima delle settantatreesima reincarnazione, alla quale peraltro non credo. Ciò detto, diamo pure a Jonathan Glazer, regista non esattamente prolifico (un film nel 2000, Sexy Beast; uno nel 2004, Birth - Io sono Sean e infine questo), il beneficio d'inventario sulla trama, che è a dir poco ellittica. ed è questa: un'aliena con le sembianze di Scarlett Johansson arriva sul nostro pianeta. Guida un furgoncino col volante a destra, dettaglio che insieme ad altri ci suggerisce che siamo in Scozia. Qui abborda uomini soli per poi farne non si sa bene cosa, comunque qualcosa per assemblare pezzi dalle sembianze umane. Priva di emozioni, l'aliena comincia a intenerirsi ed ad avere paura, prima del finale che apparecchia l'unica vera scena da fantascienza che non sia girata come un videoclip. Disarmante nella reiterazione continua dello stesso modulo abbordaggio-passaggio in auto-scomparsa della vittima, e a tratti irritante nel suo estetismo oleografico ed algido, questa pellicola a fortissima caratura notturna e cerebrale si fa tuttavia apprezzare per la carica di tensione e l'aura straniata di mistero che infonde nel 104 minuti di durata. Con una Johansson al alto impatto goniometrico, generosamente esposta alla macchina da presa e alcune scene criptiche che si risolvono in un magma amniotico.
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