Regia di Jonathan Glazer vedi scheda film
Dunque, ridiamo finalmente un po’ ed era anche ora. Dopo giorni di proiezioni seriose, drammatiche e pesanti, ecco arrivare il primo film involontariamente comico del concorso veneziano. Si, perché questo anomalo Under the Skin tutto è tranne che un film drammatico o di fantascienza. La trama è presto raccontata: un’aliena proveniente da chissà dove e chissà per quale scopo giunge sulla Terra per andarsene in giro a guidare un furgoncino bianco con il quale rimorchiare uomini da destinare alla morte. Il perché è ignoto anche al regista stesso, che nel dubbio preferisce concedersi una serie di riprese da videoclip e da backstage di un servizio fotografico d’alta moda per costruire un’opera insulsa e indegna di qualsiasi proiezione pubblica.
Dotando la Johansson di una sola espressione (occhi sbarrati, sguardo languido e labbra socchiuse) sia che sia impegnata in una scena drammatica sia che sia impegnata a circuire uno dei malcapitati, Under the Skin prosegue senza capo né cosa una sceneggiatura partita male e finita ancora peggio con un finale da Giovanna d’Arco al rogo, preceduto prima da tutto un dilemma interiore che dovrebbe essere sulla carta tragico. Nonostante circuisca uomini, la aliena protagonista in realtà non sa a cosa gli servano: li conduce in un immaginario fatto di liquido (possibilmente acqua ma anche catrame o scarico di fognatura, poca importa) e li lascia immersi fino a quando il loro sangue e le loro interiora vengono prosciugate, in un continuo gioco di vedo o non vedo che copre le pudenda nude dell’attrice (sarebbe stato almeno quello motivo di sollazzo).
Quasi muto e con due o tre dialoghi scritti dagli sceneggiatori delle peggiori telenovelas sudamericane, Under the Skin è anche capace di sfiorare il ridicolo in più punti (una su tutte, la reazione della protagonista dopo aver subito la prima penetrazione della sua vita). Se qualcuno si chiedesse perché tra il precedente film e questo Glazer ha fatto trascorrere dieci anni, oggi avrà avuto una risposta: occorreva un pazzo per finanziargli qualcosa che non può nemmeno definirsi pornografia da spazzatura.
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