Regia di King Vidor vedi scheda film
Film acceso, forte, passionale. Un mélo dai toni scuri (un b/n dritto dritto dal mondo noir), come scura è la formidabile tinta della chioma di Bette Davis che come sempre è la stella polare del dramma e dell'immaginario. Con un inizio thriller subito virato in flashback chiarificatore, tirandoci un bello scherzetto, Beyond The Forest / Peccato si impone per il ritmo e la forza della rappresentazione. I caratteri ben definiti completano la messinscena di Vidor, dando evidenza agli elementi esistenziali che molto hanno caratterizzato le sue opere migliori. Oltre la foresta c'è il sogno, l'illusione di fuggire dalle proprie frustrazioni, di fuggire da se stessi e dal proprio status sociale. Però tutto questo è chiaramente impossibile, la fine si presenta ineluttabile, i nodi vengono al pettine e quindi il campo si apre agli eccessi tanto cari al regista che nelle scene madri strappa clamorosamente gli applausi, regalandoci l'agognato sacrificio-purificazione per chetare le paure piccolo borghesi nascoste nello spettatore, ma sotto sotto 'attacca' e come se attacca!
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