Regia di Margarethe Von Trotta vedi scheda film
A parte il merito di raccontare le idee raccolte ne La banalità del male, non sono riuscito a trovarlo un buon film. Molto (fin troppo) didascalico, piuttosto noioso e per certi versi irritante. Per esempio nel soffermarsi eccessivamente sulle smancerie tra i due coniugi protagonisti, tanto da farle sembrare ridicole. Non c'è una scena in cui la protagonista, e tutti gli altri, non fumino come turchi. Fino, veramente, alla nausea. Meno male non frequento i salotti delle ebrei niuiorchesi. Una filosofa con i controci, ma come donna (almeno per quello che il film ci tiene a mostrare) per era assolutamente dimenticabile.
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