Regia di Pierfrancesco Diliberto vedi scheda film
La prima volta che ho memoria di avere visto Pif (nome d’arte, ovvio), è stato in un servizio delle Iene, in cui era inviato a una festa della Lega. Lampi di vero genio, bravissimo e molto divertente. Poi pian piano è diventato sempre più celebre, fino a fare i servizi introduttivi al Festival di Sanremo (l’unica cosa interessante di quell’edizione) e ora ha fatto questo primo film. In cui lui siciliano mescola un po’ di autobiografia, un po’ di invenzioni, e tanta storia recente della mafia, delle sue stragi, e di chi cadde per contrastarla, spesso dimenticato dallo Stato, se non proprio ostacolato dallo stesso (che poi è la stessa cosa). Il tutto con un tono di commedia, cioè leggero, salvo diventare agro e amarissimo quando entra di prepotenza la realtà di allora. Molto bello il continuo intervenire della mafia (involontariamente, certo), nella vita di questo strano bambino, fanatico di Andreotti e nei momenti topici della sua relazione sempre sfortunata con la bambina. Bello bello, un film da sette, ma anche da sette / otto, ma data la sua importanza extra cinematografica, e per il bellissimo finale, gli darò 8, ma sì, chi se ne fotte. Eccellente il bambino, anche più dello stesso Pif, che comunque ha avuto una gran bella idea e gli è riuscita bene. Magari non è proprio vero quanto dice la seconda carica della Stato (il più bel film sulla mafia, tra quelli visti da lui), ma mica ci andiamo così lontano. E’ andato anche benino al botteghino; passato da pochissimo anche sulla RAI.
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