Regia di Pierfrancesco Diliberto vedi scheda film
Il debutto cinematografico di Pif, al secolo Pierfrancesco Diliberto, è una commedia amarognola di forte impronta sociale che ripercorre quasi quarantanni di storia recente, a cavallo tra denuncia e graffiante ironia, com'è nello stile del conduttore e regista palermitano.
Il sottile sarcasmo siculo accompagna la narrazione che si snoda tra le piccole vicende quotidiane di un bambino come tanti, dagli anni '70 ad oggi, e la tragica cronaca della serie di attentati e omicidi che insanguinarono le strade di Palermo e portarono alla ribalta le cosche mafiose e il tema mafia, nei telegiornali così come nei discorsi della gente comune, tra fantasiose mistificazioni e codarda omertà.
Fra misurata commemorazione, satira e sentimento, lo sguardo disincantato e asciutto del regista appare a tratti stridente rispetto al peso dei fatti e degli argomenti che tratta, lasciando perplessi in certi punti per la maniera un po' sbrigativa e poco critica in cui affronta certi personaggi, ma almeno siamo lontani dalle controverse eroizzazioni cui ci stanno abituando le innumerevoli fictions televisive.
Il cast, che comprende tra i protagonisti lo stesso Pif, la sempre deliziosa Cristiana Capotondi e il bravo Claudio Gioé, presenta molti caratteristi già visti in molti altri film ambientati in Sicilia, che funzionano nei loro piccoli ruoli di contorno.
Nel complesso un'operazione non del tutto convincente, ma comunque apprezzabile nel suo intento e gradevole da seguire.
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