Regia di Pierfrancesco Diliberto vedi scheda film
Diliberto, in arte Pif, pare arrivi dalla televisione spazzatura, roba tipo MTV e Le Iene. Io non sapevo chi fosse, fino alla visione di questa sua opera prima, che, sotto diversi aspetti, è sorprendente. Certo, non siamo davanti a Gianni Amelio o a Sorrentino, battuta, ma Pif sa bene dove può arrivare, conosce i propri limiti, non fa il passo più lungo della gamba, e mette assieme un'operina simpatica e intelligente. Col pretesto di raccontare la crescita e la formazione di un ragazzino della Palermo delle stragi mafiose, intreccia la commedia e la macchietta con gli episodi reali, spesso usando filmati di repertorio, dei vari assassinii di mafia (o di Stato). Un approccio diverso, leggero, ma che, secondo me, non banalizza affatto gli accadimenti e spinge, anzi, a un ricordo e a più di una riflessione. Ovviamente non tutto fila liscio, la sua voce off è spesso irritante e il peso specifico, in certi passaggi, è proprio lieve lieve. Eppure, ripeto, non c'è nulla di forzato, i personaggi sono simpatici e non c'è la fottuta sensazione di guardare un prodotto televisivo, che già di per sé è un miracolo, nel cinema italiano di oggi. Da vedere.
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