Regia di Pierfrancesco Diliberto vedi scheda film
TFF 2013 - CONCORSO - TORINO 31
Si puo' parlare di mafia, delle stragi di Capaci e via d'Amelio, dei martiri della resistenza alla mafia e dei loro carnefici, dei politici corrotti che hanno lasciato che cosa nostra si aggiudicasse una regione, con un brio e la candida naturalezza di un narratore bambino o comunque smaliziato e sincero? Si puo ridere e sorridere nel seguire un io narrante che ci dimostra come la vita di Arturo dal primo vagito sia stata inesorabilmente segnata e legata all'attivita' illegittima e tentacolare della mafia, senza rischiare di compiere un atto blasfemo ed irrispettoso?
Da oggi con la visione del film schietto e coraggioso di Pierfrancesco Diliberto o Pif che dir si voglia, sappiamo che tutto cio' è possibile. Brio e lucidità accompagnano un film sempre supportato da un io narrante che non disturba, ma anzi aiuta a sostenere il ritmo e a rendere incalzante una trama e un tessuto narrativo che, non fossimo italiani, sembrerebbe frutto di un fantasioso racconto noir e pulp girato al centro di una storia d'amore che impiega decenni per silupparsi e che potrebbe rivelarsi lunga tutta una vita. Un film che sa rischiare, ma lo fa con le armi vincenti dell'ironia e dell'intelligenza, del coraggio e della schiettezza; armi che avrebbero potuto sconfiggere quelle ben piu' micidiali e fragorose che resero Palermo e la Sicilia come dei territori di guerra dagli anni '70 in poi.
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