Trama
Palermo, anni Settanta. Il piccolo Arturo ha otto anni ma le prova tutte pur di conquistare il cuore di Flora, la sua amata compagna di banco snob e ricca che vede come una principessa irraggiungibile. Mentre cresce e va incontro alla sua educazione civile e sentimentale, senza mai smettere di corteggiare Flora (Cristiana Capotondi), Arturo (Pierfrancesco Diliberto) è testimone dei fatti di cronaca che sconvolgono la sua città, compresi i terribili attentati di mafia che per vent'anni, quasi sempre d'estate, rendono Palermo protagonista di una delle pagine più buie della storia d'Italia.
Approfondimento
LA MAFIA UCCIDE SOLO D'ESTATE: UNA COMMEDIA SULLA MAFIA DIRETTA DA PIF
La mafia uccide solo d'estate è l'opera prima del palermitano Pierfrancesco Diliberto, meglio noto come Pif, che dopo aver iniziato a lavorare come aiuto alla regia (Un tè con Mussolini, I cento passi) ha raggiunto il successo prima come inviato del programma televisivo Le iene e poi come autore e presentatore del programma Il Testimone. Scritto dallo stesso Diliberto con Michele Astori e Marco Martani, La mafia uccide solo d'estate racconta vent'anni di storia nella Palermo della mafia (dagli anni Settanta agli anni Novanta), ripercorsa con toni da commedia e attraverso gli occhi di Arturo, un bambino che diventerà grande inseguendo il suo sogno d'amore con la coetanea Flora e assistendo ai sanguinosi episodi di cronaca accaduti in Sicilia. Con protagonista il regista in coppia con Carolina Crescentini, La mafia uccide solo d'estate dissacra i boss e restituisce l'umanità dei grandi eroi dell'antimafia. A raccontare la genesi del progetto sono le parole scelte per accompagnare il film da Pif: «Avete presente quando rivedete una vecchia foto degli anni Ottanta, magari di una ragazza per la quale avevate perso la testa? Per quanto bella possa essere la ragazza, i vostri occhi, o almeno i miei, saranno attratti da un elemento particolare: le spalline!Le ragazze indossavano le orrende spalline, perché andavano di moda. E voi vi chiedete: ma come mai le spalline entravano nella mia vita e io non dicevo nulla?
Ecco, una domanda simile me la sono posta con Palermo, la città dove sono nato e cresciuto. Infatti, un giorno mi sono fermato e ho guardato indietro. E lì la domanda: ma come è possibile che a Palermo la mafia entrasse così prepotentemente nella vita delle persone e in pochi dicevano qualcosa?
Il tempo ti rende più lucido, più distaccato e allora capisci gli assurdi compromessi che si fanno con la vita, in maniera più o meno cosciente, per andare avanti. E fai finta che alla fine tutto vada bene. Accettazione delle spalline compresa.
Perché è faticoso uscire dal coro. Perché, per quanto amaro possa essere, sul momento si vive meglio abbassando la testa, e poi si vedrà.
Allora, essere un bambino a volte conviene. Perché imiti i tuoi modelli, cioè gli adulti.
E se per loro non ci sono problemi, non ci sono neanche per te.
I problemi arrivano quando, un giorno, il bambino capisce che la mafia non uccide solo d’estate» .
Note
Nella cronaca, acre, di vent’anni d’Italia, si infilano i tragicomici fatti privati del bambino che volle farsi “divo” quindi giornalista ragazzino e accidentalmente pianista per la tv “d’intrattenimento”. Politica e sentimento sono un "unicum" resistente, in un’opera prima che non rinnega l’immediatezza satirica del testimone ma ci lascia con un manifesto necessario da protagonista: consapevole del proprio ruolo nel mondo. E le ingenuità del Pif neo-regista si riscattano in un inedito incontro di romanticismo poetico e coscienza civile.
Trailer
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- Premio del pubblico al Torino Film Festival 2013
Commenti (18) vedi tutti
"Tosami Lady" è un brano nella colonna sonora del film. In una scena del film, il mafioso Leoluca Bagarella, interpretato da Domenico Centamore, è intento a ritagliare una foto di Ivana Spagna da un giornale mentre intona una personale versione di Easy Lady, famosa canzone di Ivana Spagna.
commento di docmilitoIl linguaggio del film, tra favola e realtà mafiosa, nella Sicilia fra gli anni ’70 e’90 del secolo scorso, aiuta ancora a riconoscere la mafia oggi, quando si presenta camuffata in una dimensione nazionale e internazionale che sempre più richiede, ai cittadini di ogni età, viglilanza democratica e conoscenza?
leggi la recensione completa di laulillaBello. Solo i bravi registi riescono a narrare con leggerezza i temi tragici della storia.
commento di corradopBravi, ben fatto. Voto 8,5
commento di BradyCome accadde con il caro Massimo Troisi che era considerato solo un bravo comico e nessuno si attendeva il suo exploit da regista, così l’opinione pubblica pensava che il tentativo di un personaggio televisivo cresciuto tra le Iene e i reportage di un canale giovanile come MTV sarebbe stato solo velleitario e sprecato. Errore gravissimo.
leggi la recensione completa di michemarFilm appassionato e forte, ma anche divertente
leggi la recensione completa di Furetto60Film fresco, semplice e toccante, lontano dai triti cliché del cinema all'italiana. Biasimo solo la cocciuta perversione della telecamera traballante.
commento di andenkoDiliberto riesce a raccontare la storia della mafia a Palermo facendoci ridere e pensare al tempo stesso. Film riuscito, che guarda al futuro, negli occhi del figlio del protagonista. La mafia vista dai bambini e dagli adolescenti, che vorrebbero una vita normale.
commento di ENNAHE bravo Pif.
commento di Stelvio69Un film da vedere per la sua capacità di esporre con semplicità ciò che semplice non è, e per far rivivere allo spettatore quelle sensazioni dall'interno di quell'ambiente dove la mafia "uccide solo d'estate".
leggi la recensione completa di gacBel film che riesce a coinvolgere facendo un po' di storia del periodo nero in cui la mafia la faceva da padrona in quel di Palermo
commento di ControventoVisione appassionata e poco retorica, onesta e sincera. Fenomeno stagionale solo nel titolo.
leggi la recensione completa di tafoPif fa vedere la mafia a Palermo negli anni neri attraverso occhi fanciulleschi e il risultato è un film molto interessante.
leggi la recensione completa di SatanettoReDelCinemaBel film complimenti a Pif Non era facile coniugare ironia e denuncia della mafia.Buon lavoro Simpatica la trovata del bambino ossessionato dalla figura di Andreotti
commento di antonio de curtisaccettabile…
commento di raimeaL'idea è originale..Ma lasciamo dirigere i film ai registi ed interpretarli ad attori veri e non improvvisiamo..
commento di dudemon16Non metto in dubbio le buone intenzioni, ma se si sceglie quel modo di raccontare bisogna esserne all'altezza. A me questo film mi ha indignato. Scusatemi
commento di contemalfidoUn film veramente piacevole, fatto bene. Divertente ma impegnato allo stesso tempo. Da vedere!
commento di Abbi