Trama
Claude (Ernst Umhauer), un giovane studente capace di esercitare il proprio fascino su tutti coloro che lo circondano, viene spinto da Germain (Fabrice Luchini), professore di letteratura, a continuare con la scrittura, materia in cui dimostra di aver talento. Affidandosi alle sue capacità manipolatorie, il ragazzo si intrufola lentamente nella vita del compagno di classe Rapha (Bastien Ughetto) e dei suoi genitori (Denis Ménochet e Emmanuelle Seigner), attirato dalle loro speranze e frustrazioni borghesi, e nella vita dell'insegnante e della moglie Jeanne (Kristin Scott Thomas), intellettuali e artisti. A poco a poco, mescolando realtà e finzione, finirà con l'alterarne equilibri e relazioni.
Approfondimento
NELLA CASA: ANALOGIE E DIFFERENZE CON LA PIÈCE TEATRALE
Nella casa è ispirato alla pièce teatrale Il ragazzo dell'ultimo banco del drammaturgo spagnolo Juan Mayorga. François Ozon è stato particolarmente colpito dalla relazione insegnante/studente e dal modo in cui Mayorga presenta il punto di vista di entrambi i personaggi. Di solito, gli studenti apprendono nozioni dai loro insegnanti ma nel caso di Il ragazzo dell'ultimo banco avviene che ad imparare qualcosa sia anche il professore. Inoltre, la pièce offre anche un dietro le quinte sul mondo della scrittura, prestandosi a una riflessione giocosa sui processi di narrazione e di immaginazione. Il rapporto che si instaura tra Germain e Claude ricorda in qualche modo il legame che si crea tra un editore e un autore, un produttore e un regista, un lettore e uno scrittore, o anche tra il pubblico e un regista. Basandosi su ciò, Ozon ha colto l'occasione tramite Nella casa di parlare indirettamente del suo lavoro, del cinema, della sua ispirazione e delle sue fonti, di quello che è il processo creativo e di come deve essere un pubblico.
Poiché il lavoro di Mayorga è un flusso continuo di dialogo, in cui non ci sono atti né scene vere e proprie e luoghi e posizioni non vengono mai specificati o differenziati, Ozon prima di ogni cosa ha dovuto creare una struttura spazio-temporale e organizzare la storia in termini di tempo e luogo. Dato che al regista piaceva l'idea che gli studenti indossassero un uniforme, usanza che in Francia non esiste più, la storia è stata collocata in una scuola che sta conducendo un esperimento per riportare l'uso delle divise tra gli studenti.
Molte cose sono state invece eliminate o semplificate. Nella rappresentazione, ad esempio, Rapha è descritto come uno studente molto bravo in filosofia, al contrario di Claude bravo in matematica. I dialoghi tra i ragazzi sono però troppo sofisticati e teatrali e avrebbero allontanato Ozon dal suo scopo. Di conseguenza, sono stati tagliati. Stesso destino è toccato anche alle varie riflessioni sul processo di creazione, di cui Ozon ha conservato solo quelle in linea con le sue intenzioni.
Un'altra questione fondamentale che Ozon ha dovuto affrontare ha riguardato il modo in cui si dovevano rappresentare gli scritti di Claude. La prima lettura viene lasciata per intero al personaggio di Germain ma si avvisa il pubblico che narrazione proseguirà poi nel corso di Dans la maison. Una seconda lettura avviene invece tramite la voce fuori campo del narratore Claude, mentre andando avanti la voce fuori campo comincerà a diminuire lasciando al dialogo e alle immagini il compito di prendere il sopravvento.
FRANÇOIS OZON TRA REALTÀ E FINZIONE
In Nella casa grande fascino hanno sia le lezioni di scrittura di Germain sia la scrittura di Claude. François Ozon evoca il processo di creazione narrativa senza appesantire la storia e, a prima vista, ciò che invece accade nella casa di Rapha appare piuttosto insignificante o banale, privo di elementi di mistero o da thriller. La vera sfida per il regista era infatti quella di rendere affascinante la normalità della famiglia, soffermandosi su diversi aspetti come i problemi del padre al lavoro e la sua ossessione per la Cina, l'amore del figlio Rapha per il basket e il suo affetto per Claude, la noia della madre Esther e i suoi sogni da decoratrice di interni. L'idea di Ozon era quella di rendere straordinarie situazioni che invece sono ordinarie, in modo da aumentare la tensione e coinvolgere il pubblico nella storia. Man mano poi che Dans la maison procede, allo spettatore viene chiesto un ulteriore sforzo partecipativo: il montaggio, infatti, fa sì che discernere tra la realtà delle cose e la finzione della scrittura di Claude divenga difficile, rafforzando le ellissi narrative e creando confusione. Anche nel finale, nessuno è in grado di capire cosa sia realmente successo o cosa invece sia solo frutto della fantasia di Claude.
Per di più, Ozon introduce fisicamente il personaggio di Germain nell'opera di finzione di Claude. Con riferimento a un escamotage teatrale usato anche da Ingmar Bergman in Il posto delle fragole e da Woody Allen in molti dei suoi film, Ozon evita di ricorrere agli effetti speciali e fa sì che Germain entri nel racconto di Claude per diventarne un partecipante attivo.
Come in Swimming Pool, le musiche create da Philippe Rombi accompagnano la narrazione passo dopo passo e accompagnano in maniera quasi seriale i momenti in cui la finzione ha il sopravvento sulla realtà.
SOTTOTESTI E TEMATICHE
Nonostante l'aspetto quasi naturalista, Nella casa ha un sottotesto sociale evidente. Claude è un ragazzo svantaggiato, di cui si conosce ben poco. Si sa semplicemente che il padre era diversamente abile e che non ha mai avuto una madre. Ciò che invece è abbastanza evidente sin dall'inizio è la sua non appartenenza alla stessa classe sociale di Rapha e solo nel finale si disvelano le sue umili origini, mostrando la sua modesta casa di periferia. La scoperta delle origini di Claude solo sul finale è utile, secondo Ozon, a comprendere come la sua ricerca, inizialmente ironica, per trovare posto in una famiglia perfetta si trasformi progressivamente in un sentimento di amore sulla base di una reale mancanza. Un altro aspetto da tenere in considerazione riguardo al rapporto che si sviluppa tra Germain e Claude riguarda il fatto che l'allievo non deve mai superare il maestro. A Claude piace molto il libro che Germain ha scritto e, verso la fine, si siedono come "pari" in una panchina di fronte alla casa di Rapha. In quel momento, Germain realizza che Claude è entrato nella sua vita privata e che ha incontrato sua moglie. Come conseguenza, schiaffeggia il ragazzo, dicendo che si è spinto oltre il limite e tronca ogni rapporto con lui. Come in Teorema di Pier Paolo Pasolini, Germain si rende conto che ormai tutta la sua vita privata è stata irreversibilmente alterata dalla sua relazione con Claude e prova a ristabilire le distanze. A differenza dell' "ospite" del film di Pasolini, Claude non è però un freddo manipolatore e anche lui finisce per l'essere personalmente coinvolto. Crede di potersi infiltrare nella famiglia di Rapha e di distruggerla dall'interno ma finisce con l'essere travolto dall'amore di una famiglia, in cui per lui non c'è posto. Essendo al tempo stesso narratore e attore della sua storia, Claude innamorandosi di Esther finisce con il perdere il controllo della situazione e rimanere imprigionato tra realtà e fantasia.
Note
François Ozon, con i suoi personaggi che guardano sempre all’orizzonte, è uno che ragiona sul cinema e gli stereotipi per misurare la distanza tra reale e desiderio, vita e immaginario. Così riprende gruppi di famiglia in interni alleniani, gioca esplicitamente a Teorema, occhieggia a Hitchcock. E invita lo spettatore a risolvere un mind game dove non tutto torna. Ma è proprio ciò che non torna a determinare la profondità dei personaggi, il loro spessore.
Trailer
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Commenti (13) vedi tutti
Un gioco vouyeristico intellettuale che diverte e intriga allo stesso tempo. Secondo me la parte finale cala rispetto a una prima ora davvero di livello stratosferici, ma il risultato globale resta comunque più che buono. Luchini poi questi ruoli li interpreta come pochi.
commento di silviodifedeGermain e Claude sono i due principali personaggi del film, che Ozon mette in discussione, dopo aver chiarito le rispettive ambiguità e contraddizioni nel rapporto con la realtà .
leggi la recensione completa di laulillaBel film, coinvolgente, sebbene semplice e leggero; montaggio importante; storia originale e raccontata bene, in pratica un racconto nel racconto. Attori bravi. Significato profondo da cogliere e interpretare.
commento di Utente rimosso (metallopesante)Bel film che risente chiaramente della sua genesi teatrale senza però mai diventare noioso. Da vedere.
leggi la recensione completa di gacFilm perfido e imperdibile!
commento di sarvaegoFilm molto francese; l'idea della trama è carina. Sviluppo contemporaneo e urbano del raccontare come forma di vita. Le vite degli altri vanno in scena in un rapporto forte fra un professore disilluso di lettere e un allievo dotato. Verso la fine si intorbida, ma l'ultima scena lo riscatta.
commento di ENNAHUn affresco tragicomico sull'ossessione per il voyeurismo della classe borghese; patinato e abbastanza lento, il racconto di Ozon si avvale in ogni caso di un tono permanentemente cupo e discrete performance.
commento di Stefano LUn film molto spinto (a livello morale)....insomma imperdibile.
leggi la recensione completa di ezioFilm assolutamente da vedere! Voto: 10/10
leggi la recensione completa di boychickFilm poco appassionante !
leggi la recensione completa di chribio1Ozon scava nelle relazioni umane, e lo fa mettendo in scena una piece che potrebbe essere teatrale, smontando e rimontando le dinamiche sociali in una sorta di grande fratello della realtà quotidiana. Forse spinge un po' troppo sull'acceleratore della fantasia, ottenendo comunque un risultato molto dignitoso.
commento di slim spaccabeccoOzon è uguale a me…ci facevamo le seghe entrambi pensando alle madri dei nostri compagni (e alle insegnanti).
commento di Tex MurphyVoito 6,5. [07.07.2013]
commento di PP