Regia di Lasse Hallström vedi scheda film
Nelle librerie il thriller che proviene dai paesi del Nord Europa tira eccome,è uno dei fenomeni editoriali degli anni Duemila:dai casi del commissario Wallander,ai libri di Jo Nesbo,fino a giungere alla saga "Millennium",i delitti e le investigazioni narrate da autori che vengono appunto dalle terre fino a non molto tempo fa non così battute dagli editori,abbondano e sempre più risultano interessanti per produzioni cinematografiche e serie tv."L'ipnotista" vede tornare dopo un bel pò di tempo in patria Lasse Halstrom,considerato dalla maggior parte dei recensori un buon impaginatore e niente più,che mostra una vicenda che si presenta,dalle primissime scene,come terribile:un'intera famiglia sterminata crudelmente,compresa la più piccola dei figli,con un solo superstite,il ragazzo più grande.Seguita personalmente dal poliziotto che per caso ha scoperto la strage,e da uno specialista dell'ipnosi,con una grave crisi familiare sul groppone,l'indagine si mostrerà difficoltosa e inaspettatamente crudele.Ambientato tra luci fredde d'ospedale e uffici,e la neutra impassibilità del biancore della neve all'esterno,il thriller è di buona fattura,ben recitato,senza forzature nel ritmo e con qualche buon colpo di scena:la spiegazione è quella che un appassionato di thriller capta abbastanza presto,ma non vuole accettare,perchè è la più elementare,ma anche la più efferata.A Halstrom si può imputare qualche lieve didascalismo,ma gli va dato atto di una buona mano nel dirigere gli interpreti e nel lasciar serpeggiare a dovere la suspence,fino ad un finale convulso che,rispetto al resto del racconto,gioca sulla forza di uno showdown totale.Un thriller interessante,di matrice europea,cui non manca niente per competere con pellicole con interpreti più fastosi e budget più imponenti che Hollywood esige.
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