Regia di Sophie Lellouche vedi scheda film
Woody Allen si trovava a Parigi, si annoiava, e ha deciso di accettare la partecipazione in questo film per ammazzare il tempo, o forse per cinismo.
Qualcuno sa se Woody Allen avesse in quel periodo problemi finanziari? Io non lo credo, ma altrimenti è difficile spiegare la sua presenza in questo film, lui che sa bene giudicare un'opera cinematografica (e crearne di ottime egli stesso).
L'idea nuda e cruda di partenza aveva buone potenzialità. Ma sono rimaste tali. Certo, perché questo film è come un gran sacco, lucido o ricamato, ma quasi vuoto, o contenente solo un paio di insulse cianfrusaglie che sbattono qua e là con i movimenti. Così definirei infatti la sceneggiatura e la sua povertà di idee e contenuti, e mi chiedo chi l'abbia giudicata degna di essere realizzata. E' come se il film tirasse faticosamente a campare, o diluisse in un barile di acqua un pizzico di sale, solo in attesa del finalino con l'occhialuto newyorchese. Solo lì, nonostante la mancanza di dignità che rimprovero ad Allen, c'è qualche guizzo di vita e qualche accenno di sapore. La sua presenza, nonostante tutto, ha comunque qualche consistenza. Ma perché, allora, buttarsi via così?
E' ovvio che il finale non basta a recuperare una trama che gira a vuoto, personaggi inesistenti o puerili. assenza di idee, occasioni mancate. Anche i rimandi alle glorie passate (“Manhattan” e altri) sono confusi e mal sfruttati. Forse si voleva rifare il gioco di “Provaci ancora Sam” (Allen che parla con Bogart) in un'altra salsa. Ma è rimasta una velleità.
Cancellare il file, svuotare il cestino, e fare finta che nulla sia accaduto.
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