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Paris-Manhattan

Regia di Sophie Lellouche vedi scheda film

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La recensione su Paris-Manhattan

di fefy
8 stelle

Uno sente il nome di Sophie Lellouche e subito gli vien da associarlo a Claude Lelouche..ma tra loro una l invece fa la differenza. Non c'entrano niente, ma iniziano a essere artisticamente uniti ben presto e per un pazzesco caso fortuito, proprio quelli in cui crede la regista e la protagonista del piccolo film.

Il sogno di questa regista caparbia e sognatrice nasce proprio da un caso fortuito, da un'equivoco con Claude Lelouche...Infatti la regista esordiente Sophie Lellouche all'omonimia di suo padre con l'autore di "Un uomo, una donna" (Claude Lelouche appunto) deve l'inizio di una carriera dietro la macchina da presa.

In particolare, a determinare una vicenda incredibilmente simile a una sceneggiatura di un film con tanto di colpo di scena finale, sono stati un curriculum da consegnare, un messaggio lasciato sulla segreteria sbagliata e una ragazza con un grande sogno da realizzare.
E' così che, con molta perseveranza e un pizzico di fortuna, Sophie Lellouche è riuscita ad attrarre l'attenzione del regista Lelouche.
Ma non solo, è riuscita anche ad entrare nel suo gruppo di allievi/collaboratori cercando di carpire non solo i segreti della realizzazione tecnica di un film, ma, soprattutto, il modo in cui trasmettere emozioni e narrazione attraverso uno stile personale.
Dopo un lungo apprendistato accanto a Claude Lelouch infatti la neoregista Sophie Lellouche ha rintracciato la formula migliore per riunire le suggestioni di autori della commedia americana classica attraverso il linguaggio e lo stile francese per il suo film d'esordio.
E' palpabile e fortemente percepibile l'intenzione di trasmettere emozioni e narrazione attraverso uno stile personale, e non sarei cosi' severa come tanti nel giudicare questa commedia come inconsistente, forse proprio per come è nata e per il significato che essa assume per la regista...
Indubbiamente, grazie a questo percorso di sperimentazione con Lelouchee la regista ha scoperto di possedere un tocco leggero e un gusto per l'ironia dissacrante indispensabile per costruire una commedia d'esordio come Paris Manhattan, tanto piccola (77min.) quanto raffinata, capace di unire idealmente il cinema europeo niente meno che a quello newyorkese di Woody Allen. L'idea era quella che poi sia perfettamente riuscita è un'altro discorso.
Nel film Il tramite è rappresentato dal personaggio di Alice (Alice Taglioni) che, dopo aver "incontrato" a soli quindici anni il regista americano nell'intimità di una sala cinematografica, l'ha innalzato al ruolo di consigliere cui chiedere spiegazioni sulle infinite variabili della vita...
Siamo di fronte ad un film frizzante, grazioso,dissacrante ma raffinato, con buchi enormi nella sceneggiatura che non si capisce se siano dovuti a tagli o altro, ma che certo vanno ad inficiare il giudizio complessimvo del film
Molto azzeccata l'attrice protagonista (Alice Taglioni, attrice molto amata in Francia molto brava anche come pianista e ballerina).
Ma Woody Allen di cui tanto si parla nel film??? Certo che c'è, ha appoggiato il film con enorme piacere e compare anche in carne ed ossa come un piccolo ma essenziale cameo.
C'è molto di autobiografico dice la Lellouche in questo suo primo film, perchè l'amore sviscerato della protagonista del film per Allen e la sua fiducia nelle proprietà terapeutiche dei suoi film e dei suoi pensieri sono gli stessi della regista che ammette che da ragazza Woody avrebbe voluo averlo come amico e consigliere perchè sentiva di avere tanto in comune con lui. Sostiene inoltre di aver appreso tanto da lui, dalla sua visione della vita alla fiducia dei segni del destino...come darle torto vista la sua esperienza?...

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