Regia di Alain Resnais vedi scheda film
Un film poetico, sospeso narrativamente su un piano filosofico, avvalorato dall'archetipo dell'amore, qui reso indefinito e incerto tra passato, presente e futuro.
All'interno di un palazzo barocco si agitano figure spettrali, parvenze di vita, fantasmi forse condannati a vivere, e rivivere, come riflessi senza alcun potere decisionale. Mentre assistono ad una rappresentazione teatrale, a loro modo sembrano attori dell'immenso palcoscenico che ha per tema la vita. Tra costoro tre enigmatiche presenze, che pure non hanno nome: un uomo che approccia una donna facendo riferimento ad un incontro avvenuto l'anno prima, e di cui lei non ha alcun ricordo, e un terzo personaggio -un fuoriclasse del gioco a carte o con bastoncini- marito o compagno (non è dato sapere) della donna...
L'anno scorso a Marienbad (1961): Delphine Seyrig
"In questo immenso palazzo barocco, lussuoso, lugubre: dove corridoi senza fine succedono ad altri corridoi... silenziosi, deserti, gelidamente decorati da intarsi in legno, stucchi, pannelli intagliati, marmi, specchi neri, quadri dalle tinte scure, colonne, riquadri scolpiti delle porte... prospettiva di porte, gallerie di corridoi trasversali che spuntano a loro volta in saloni deserti, saloni sovraccarichi con decorazioni di altri tempi, di sale silenziose dove i passi di colui che li attraversa sono assorbiti da tappeti così pesanti, così spessi che nessun rumore di passi arriva alle sue orecchie... come se perfino le orecchie fossero lontane, molto lontane dal suolo, dai tappeti, lontanissime dagli ornamenti pesanti e vuoti, lontanissime dai fregi complicati che si inseguono sotto il soffitto, con i loro rami e le loro ghirlande, come fogliame antico, come se il suolo fosse ancora di sabbia e di ghiaia... o di lastre di pietra su cui camminavo, ancora una volta, come venendovi incontro. Tra i muri carichi di intarsi, stucchi, sculture, quadri, antiche stampe in mezzo ai quali io camminavo, in mezzo ai quali io ero già ad attendervi... lontano, lontanissimo dal luogo in cui mi trovo ora, faccia a faccia con voi. Mentre aspettiamo ancora colui che non verrà più, ormai, e non riuscirà più a raggiungervi... a separarci un'altra volta ne' a strapparvi a me."
Con questo criptico monologo, Resnais apre un film in maniera non convenzionale gettando le basi di quello che seguirà: una storia d'amore sospesa nello spazio e nel tempo. Una illusione o forse una realtà, qualcosa che esiste o forse è esistita ma che, di certo, esisterà da qualche parte, in qualche momento...
L'anno scorso a Marienbad (1961): Giorgio Albertazzi, Delphine Seyrig
Una pellicola raffinata con testi complicati che richiede, sicuramente, allo spettatore un approccio meno disincantato e un atteggiamento quasi interattivo. Non è solo il tipo di narrazione stravagante, ma anche l'uso che il regista fa della macchina da presa che qui si muove sinuosamente tra i personaggi e azzarda inusuali punti di vista. Siamo in un prodotto del 1961 e questo tipo di espressione artistica rende L'anno scorso a Marienbad un film ancora oggi godibilissimo e attuale. Certo, ai tradizionalisti sarà difficile seguirne la logica perché qui la stessa è destrutturata, scomposta, messa in discussione dall'intricato, e volutamente imperscrutabile, svolgersi degli eventi. Prova ne sia il dialogo sulla statua rappresentante una ignota coppia, il cui significato viene letto (e reso plausibile) in due opposte direzioni.
L'introduzione del film, meccanica e ciclica al tempo stesso, con reiterato monologo, nonché la rappresentazione di persone che sembrano, talvolta, congelate nei movimenti (o sospese nel tempo) suggerisce quasi trattarsi di una storia di fantasmi o, paradossalmente, di uno scorcio esistenzialista, ovvero di una storia d'amore vissuta però tra due universi paralleli.
Meritatamente il film si è aggiudicato il prestigioso premio Leone d'oro alla mostra del cinema di Venezia nel 1961.
Grazie alla delicatezza di testi criptici e romantici al tempo stesso, portati sullo schermo da un ottimo parco di attori (menzione veloce per il futuro Kazanian di Inferno, un qui enigmatico, imbattibile al gioco, Sacha Pitoeff) L'anno scorso a Marienbad resta un lavoro indecifrato e indecifrabile: e proprio per questo si avvicina parecchio al capolavoro.
E' disponibile in una pregevole edizione Dvd distribuita da Cecchi Gori, che offre il film nel formato 2.35:1, in edizione restaurata e con decorosa traccia italiana. Nel vano extra anche una bella intervista ad Albertazzi.
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