Regia di Alain Resnais vedi scheda film
La visione di L'anno scorso a Marienbad assomiglia terribilmente ad un'ora e mezza di tapis roulant (velocità: intensa): un'ora e mezza di movimento, chilometri su chilometri, ma nella realtà non ci si è spostati di un solo millimetro. La camera vaga per gli eleganti e sfarzosi saloni, fra i tavoli da gioco, nelle camere da letto e nel parco dove i due protagonisti continuano ad inseguirsi (e la camera ad inseguire loro), il tutto senza un attimo di tregua: entro breve è inevitabilmente mal di mare. A tutto ciò si aggiunge l'eccessivo ruolo affidato alla narrazione, esposizione dei pensieri del protagonista in prima persona, rivolto alla donna che ama e a cui non è concesso più di tanto spazio. Interessante la contrapposizione fra la quiete dei luoghi (escludendo il salone affollato, generalmente Albertazzi e la Seyrig sono in scena da soli) e delle immagini e l'infuocato monologo del protagonista, travolto dalla passione. Ma al di là di questo e della bella fotografia c'è poco di godibile; un invadente commento musicale di organi spettrali condisce il tutto. Semplicemente pretenzioso.
Nell'elegante cornice di un lussuoso albergo di Marienbad (Repubblica ceca) due sconosciuti si incontrano. Lui sostiene che l'anno precedente in quello stesso luogo, dopo essersi dichiarato a lei, la donna avesse promesso di fuggire insieme. Ma lei, sposata, sul momento tentennava, mentre ora pare rifiutarlo.
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