Regia di Brad Parker vedi scheda film
Variazioni “estreme” sul tema horror/vacanziero. Fratello minore fa visita a fratello maggiore in quel di Kiev, portandosi dietro la fidanzata e la di lei migliore amica. Snobbano la consueta visita guidata a Mosca, optando per un tour di quelli rischiosi: Pripyat, ovvero la città fantasma a pochi chilometri da Chernobyl. Accompagnati da una guida armata ma poco scrupolosa, non si curano dei divieti d’accesso e scattano fotoricordo baciandosi all’ombra del reattore nucleare. Cani morti sull’uscio di una casa e pesci dai denti acuminati a bordo strada sono cartoline da mostrare in patria al ritorno. Quando cala la notte e il furgone va in panne, gli sprovveduti scoprono che la landa desolata non è propriamente disabitata. E gli autoctoni non hanno buone intenzioni. Oren Peli passa dalla regia al soggetto, dagli interni familiari agli esterni off limits. Sono questi l’unico, debole motivo d’interesse di un “horror d’ufficio”, che non elettrizza malgrado l’ambientazione radioattiva. Creare tensione senza nulla (o quasi) mostrare è arte di pochi, e l’esordiente Bradley Parker fallisce: i suoi “cattivi” deformi e famelici non spaventano, i suoi protagonisti beoti e incoscienti non divertono. L’iniziale tripudio di «Wow! Incredibile!» diventa ben presto un coro di urla e un groviglio di arti in moto frenetico. Riprese dal cellulare si alternano a soggettive imperfette, ma l’unica immagine che colpisce è lo scheletro inerte di una ruota panoramica.
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