Trama
In cerca di divertimento estremo, un gruppo di sei turisti esce fuori dai canonici percorsi riservati agli stranieri e con l'aiuto di una guida, ignorando tutti gli avvertimenti, si dirige verso la cittadina di Pripyat, un tempo popolata dai lavoratori impiegati nel reattore nucleare di Chernobyl. Dopo una breve visita per le strade di quella che sembra essere una zona disabitata dal giorno della terribile esplosione della centrale, i turisti rimangono stranamente bloccati in città scoprendo di non essere soli.
Approfondimento
UNA CITTÀ FANTASMA
26 aprile 1986, Ucraina. Il reattore numero quattro della centrale nucleare di Chernobyl esplode, rilasciando nell'atmosfera radioattività superiore a quella di 400 bombe atomiche. Il disastro ha proporzioni catastrofiche e la vicina città di Pripyat, dove vivono i lavoratori dell'impianti e i loro familiari, viene evacuata durante la notte. 50 mila abitanti sono costretti a lasciare le loro case, le fabbriche, le scuole e i negozi per trovare un'altra sistemazione. Si pensa che il trasloco sia temporaneo ma dopo 26 anni Pripyat è ancora deserta: una città fantasma. Le guardie nazionali vietano l'ingresso a ogni persona ma è proprio in questo contesto spettrale che lo sceneggiatore e regista Oren Peli, famoso per essere il creatore della saga Paranormal Activity, ha mandato in vacanza un gruppo di sei ventenni, amanti dei tour estremi e incuranti delle raccomandazioni ricevute. Così come casuale è stata la genesi di Paranormal Activity (nato dalla volontà di giocare sui rumori insoliti che ognuno avverte nelle proprie abitazioni), anche Chernobyl Diaries nasce da una illuminazione avuta durante una comune attività quotidiana. Mentre navigava su internet, Peli si è infatti imbattuto nel blog pieno di fotografie di una ragazza che viaggiava in moto per le vie di Pripyat. Negli scatti del desolante paesaggio della città i segni di vita umana erano rimasti fermi al passato mentre la natura selvaggia aveva preso il sopravvento disegnando un contesto accattivante e inquietante al tempo stesso. Peli vi ha subito intravisto una cornice perfetta per un film che avrebbe mescolato storia e fantasia horror, giocando sulle voci che vogliono alcuni abitanti di Pripyat rimasti a vivere nella zona a dispetto del pericolo radiazioni.
IL TURISMO ESTREMO
Il turismo estremo, noto anche come turismo shock, è un settore di nicchia che comprende viaggi in luoghi infidi come montagne, deserti o grotte, includendo anche attività ad alto rischio (nuotare con gli squali o fare bungee jumping da una cascata, ad esempio). Per il turista estremo, maggiore è il rischio e più grande è l'adrenalina avvertita. Coloro che ai musei o alle gite in pullman preferiscono le emozioni forti considerano Pripyat, con la sua storia e la sua vicinanza alla centrale di Chernobyl, come una delle mete più ambite da raggiungere. Il turismo sul luogo è possibile grazie a dei tour organizzati, durante i quali una guida accompagna i visitatori in giro per le aree più sicure, portando con sé un rilevatore Geiger per assicurarsi che nessuno venga esposto alle radiazioni che ancora interessano la zona. Nonostante i dati delle ricerche scientifiche evidenzino come le radiazioni nell'area di Pripyat non siano maggiori di quelle che si verificano durante un volo da Los Angeles a Londra, Peli ha voluto calcare la mano portando i suoi turisti estremi - imperterriti e senza una guida - a contatto con gli orrori di un passato tristemente indimenticabile e pronto a tornare fuori quando cala notte.
REALISMO ED EFFETTI SPECIALI
Aiutato a scrivere la sceneggiatura da Carey e Shane Van Dyke, Oren Peli ha preferito delegare la regia a Brad Parker, alla sua opera prima per il cinema. Famoso per essere un amante del found footage, Peli ha chiesto a Parker di rendere il progetto il più realista possibile, dandogli un taglio quasi documentaristico. Gli attori sul set si sono ritrovati più volte a improvvisare gran parte dei loro dialoghi e a vivere situazioni che, per mantenere credibile la paura e lo smarrimento, non erano state loro descritte. In questo modo, Parker ha potuto cogliere le loro naturali reazioni di fronte agli aspetti più terrificanti della storia e ha reso i personaggi ancor più paranoici, vulnerabili e impreparati alle minacce dell'ambiente circostante. Prima di iniziare a girare, gli attori hanno visitato la vera Pripyat ma le riprese del film si sono svolte nel novembre 2011 tra Belgrado e Budapest, dove sono stati ricreati i due differenti universi della storia: il mondo contemporaneo dove i protagonisti iniziano il loro viaggio e il mondo congelato nel tempo, lasciato a un lento processo di decomposizione, della meta raggiunta. A Belgrado molte delle scene sono state girate nei tunnel claustrofobici usati come base segreta nazista durante la Seconda guerra mondiale mentre in Ungheria il set è stato ospitato presso una base aerea dismessa.
Poiché gran parte delle paure degli individui risiedono negli oggetti legati all'infanzia, il designer di produzione Aleksandar Denic ha disseminato nella storie elementi come giocattoli rotti e bambole, vestiti di bambini, autoscontri ormai in decadenza e una ruota panoramica (per metà vera e per metà frutto degli effetti digitali), che diventa quasi il simbolo della tragedia che la città di Pripyat ha attraversato. Gli effetti speciali visivi, oltre a concentrarsi sull'aspetto dei luoghi, sono stati usati anche su un gruppo di cani di attacco, appartenenti alle Forze speciali serbe, per renderli particolarmente aggressivi e spaventosi.
Note
Oren Peli passa dalla regia al soggetto, dagli interni familiari agli esterni off limits. Sono questi l’unico, debole motivo d’interesse di un “horror d’ufficio”, che non elettrizza malgrado l’ambientazione radioattiva. Creare tensione senza nulla (o quasi) mostrare è arte di pochi, e l’esordiente Bradley Parker fallisce: i suoi “cattivi” deformi e famelici non spaventano, i suoi protagonisti beoti e incoscienti non divertono. L’iniziale tripudio di «Wow! Incredibile!» diventa ben presto un coro di urla e un groviglio di arti in moto frenetico. Riprese dal cellulare si alternano a soggettive imperfette, ma l’unica immagine che colpisce è lo scheletro inerte di una ruota panora
Trailer
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Commenti (11) vedi tutti
Horror prevedibile ma per certi versi decente ...
leggi la recensione completa di daniele64Ancora ragazzini idioti che in situazione di pericolo, invece di armarsi e rendersi invisibili, urlano di notte correndo a caso con una torcia accesa. Voto 4.
commento di ezzo24Che peccato, l'idea di fondo era bellissima (l'inizio infatti mi è piaciuto molto) ma sviluppata malissimo... sembra che quando appaiono quei "mutanti" stiano li solo per copione senza nessun motivo, il regista ha toppato la parte centrale... voto 5
commento di ScipioneUn vero e proprio HORROR-E. Girato malissimo provando a confondere le acque con vani escamotage d'irrazionalità pura. Non perdete tempo!!!! Voto 1+
commento di BradyBuona l'idea di partenza, ma sfortunatamente viene a mancare il succo della storia, così facendo risulta abbastanza insipido.
commento di Valekunica cosa interessante è l'ambientazione
commento di the_cla_88L'ambientazione poteva essere interessante, ma lo svolgimento risulta meccanico e prevedibile. Lo scarso approfondimento psicologico e la recitazione latitante contribuiscono ad innalzare il livello di noia.
commento di Fanny Sallycustu film esti una cagara!!!!
leggi la recensione completa di snorlaxUna comitiva di ragazzi decide con un camioncino di farsi un giro nella città di Chernobyl, devastata dall'esplosione del reattore nucleare, deserta di giorno e di notte. Quando cala la notte saranno sicuri che la cittadina sarà realmente deserta? Zombie movie prevedibile e noioso. Sconsigliata la visione. Voto 4
commento di Mr Andrewhorror voto 7 si vede e non si vede bell horror genere che piace a meChernobyl Diaries - La mutazione -
commento di eros7378pesdsimo ,girato continuamente al buio…
commento di raimea