Regia di Francesca Muci vedi scheda film
Sullo sfondo del lungomare di Bari, sentiamo le prime note della canzone di Tiziano Ferro “L’amore è una cosa semplice” che sembra quasi contrapporsi al titolo del film, salvo poi attendere il finale per capire che invece fa da pilastro all’accettazione dell’idea che l’amore può essere imperfetto.
Elena, trentacinque anni, editor letterario, una cara amica e tanta solitudine, ha completamente abbondonato l’idea del principe azzurro, dopo una storia d’amore finita malissimo si è frantumato il sogno dell’uomo ideale con cui costruire il proprio futuro, la sua volontaria rinuncia alla maternità è una cicatrice costante e presente per l’intera storia fino alla fine.
In un giorno qualunque nella sua vita irrompono Adriana, una Lolita scalmanata che risente dell’assenza della famiglia, e Ettore, un uomo che presenta la maturità di chi la vita l’ha già vissuta. Questo incontro porterà Elena alla scoperta dell’amore nelle sue varie sfumature.
Il presente si intreccia con il passato di Elena attraverso dei flashback che spiegano come e perché la protagonista è arrivata a rinunciare all’idea di amore ideale, di amore perfetto, quanto pesanti sono state le rinunce che ha fatto e quanto ancora pesano nella sua vita.
I tre personaggi protagonisti di questo film sono tutti, per motivi diversi, alla ricerca dell’amore che non si propone come quello convenzionale bensì lascia il posto a quello più carnale e passionale, fino alla scoperta che “forse” un equilibrio lo si può trovare anche nell’imperfezione, accantonando le inibizioni e lasciandosi andare, non rinunciando più a nulla ed evitando di idealizzare sentimenti e persone, ma accettando gli eventi della vita per come si propongono.
Questo film che accosta il lato erotico dell’amore a quello più sentito e sofferto vuole trattare temi profondi, come ad esempio la difficoltà, sempre più presente al giorno d’oggi, nell’esternare e riconoscere i sentimenti, l’omosessualità o la rinuncia alla maternità, temi che secondo me dovevano essere molto più approfonditi e invece, mancando un po’ di realismo, si punta più sul triangolo amoroso-seduttivo dei personaggi…Elena 35 anni, bella e realizzata professionalmente, Ettore uomo maturo e brizzolato, produttore discografico che fuma il sigaro… ma a lovarare non ci vanno mai?!? Adriana 18 anni, una scatenata che fa tutto ciò che le passa per la testa, non ha regole, non ha famiglia, non ha orari…. Insomma sembra che durante tutto il film questi tre non abbiano altro da fare che sedursi a vicenda e copulare! Ma anche meno!!! Tutti ricchi, agiati che non devono rendere conto a nessuno. Un po’ irreale o no?!? Ormai assuefatti dai più che commercializzati libri come 50 sfumature di grigio, nero, rosso e chi più ne ha più ne metta rischiamo di perdere il contatto con la realtà.
Ed è proprio per questo che il film non riesce a toccare le corde del cuore ed è un peccato perché gli elementi per poterlo fare li aveva, bastava un pizzico si realismo in più, un po’ meno sesso e più storia.
Sufficienza scarsa.
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