Regia di Alessandro Gassman vedi scheda film
Per il suo esordio da regista Alessandro Gassman ha scelto di portare sul grande schermo uno spettacolo recitato quasi 300 volte a teatro e precedentemente messo in scena da De Niro negli anni '80, tratto dal dramma di Reinaldo Povod Roman e il suo cucciolo. La storia, qui riadattata rispetto al copione originale, è quella di un rumeno (Gassman), in precario equilibrio tra ferocia e tenerezza e con figlio diciottenne a carico (Anzaldo) che per sbarcare il lunario si è messo a fare il pusher a Latina. L'uomo vorrebbe che il ragazzo prendesse ben altra strada, ma quando per entrambi si presenterà l'occasione per fare dei soldi facili, la vicenda virerà in tragedia.
Variante di una storia vista forse troppe altre volte, Razzabastarda soffre in parte i troppi temi della sceneggiatura (abbandono, droga, prostituzione, immigrazione, cultura, vita di periferia, aborto), ma si avvale di una coraggiosa messa in scena declinata quasi tutta al maschile, tesa, ben ritmata, ottimamente interpretata anche nelle parti minori e fotografata da Federico Schlatter con un bianco e nero "sporco", che enfatizza il senso di pathos che il plot prevede.
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