Regia di Alessandro Gassman vedi scheda film
"Incula tu,prima di essere inculato.La parola AMICO non esiste nella giungla"
Foglio o scritto periferico.
Denso di significati disillusori,la giungla della periferia "rumana" non ammette errori.
Un ritaglio di mondo ambiguo,scellerato,putrefatto.
Madri che urlano contro chi ha venduto la morte ai propri figli.
E poi baracche.angoli di etnie zingare,che sopravvivono al degrado.Padri e figli,alla ricerca d'un significato di fede,trascritto in una madonna nera,di quelle da rituale arcaico.
L'esordio di Alessandro Gassman alla regia si consuma in quest' oasi d'abominio.
Dopo averne portato il testo in giro per i teatri d'Italia,Gassman Jr. lo narra sul grande schermo.Ne cambia i connotati,descrivendone la marginalita' del popolo rumeno nel belpaese.
"Dotato" di forzature eccessive,stereotipi e ampi destini prevedibili,"Razzabastarda" è un esordio coraggioso.
Un qualcosa di doloroso,nelle riprese sporche e dure.Nella figurazione scenica in Bianco e nero.
Una fotografia bastarda,in stile Kassovitz dell '"Odio" (1995)
.La periferia "rumana" diviene grazie al bianco e nero, un luogo senza memoria,senza tempo,un punto di non ritorno,che sembra preso in prestito da un romanzo postmoderno.
Vi è una miscelazione di lingue e razze,dei dogmi tradizionali che sopravvivono alla difficile integrazione.
Musiche rumene,prostituzione,spaccio, un corollario ingegnato dalla regia a mo' di ultrarealismo.
I personaggi di "Razzabastarda" sono segnati da se stessi,
Roman ne porta i segni sul viso,il figlio "Cucciolo" pur tentando un futuro onorevole,rimarra' schiacciato dalle orme paterne.
E' un destino amaro quello dei protagonisti,marchiati dalla bolla di stranieri indesiderati,costretti a delinquere per la vita.
Figure abbozzate nel film nel solco di eccessive forzature.
Ed è qui che l'opera prima di Gassman jr. difetta molto.
Un voler cercare ad ogni costo la "causa-effetto" sbattendo sullo scoglio d'una prevedibilita' precostituita.
Seppur vive di diverse "pecche" è opera da malavita demiurgica,con la costruzione di personaggi da patibolo.
Vi è un pusher dallo stile" Bohèmien",mentore del piccolo "Cucciolo",un personaggio sinistro e "filosofo" in senso stretto.Sara' lui ad "inculare" il giovane.
Vi sono avvocati traffichini al volto di Michele Placido,ormai specialista nella caratterizzazione di loschi individui.
E poi c'è la rediviva Nadia Rinaldi,nei panni di madre addolorata,ottima nel riciclarsi in un ruolo inedito.Volente o nolente "Razzabastarda" è il classico piccolo prodotto indipendente,di quelli che passeranno inosservati in sala.
Gassman pur girando un opera interessante ed inedita nel nostro panorama,paghera' inevitabile pegno.
Il classico prezzo da pagare alle pellicole commerciali,la sua "razza" si discosta da operazioni di questo tipo.E' opera "sociologica",ingenua nel caratterizzare un protagonista,di cui Gassman le dona toni aggiuntivi che sfondano nello stereotipo da "rumano" italico.Io personalmente ho optato per un giudizio "super partes",nonostante qualche perplessita' nell'evoluzione narrativa,ho ammirato l'impegno e la scelta dei personaggi.
Visi patibolari al volto di attori come Manrico Gammarota,tossicomane ormai alla ventura,mezzo pugliese,romano e napoletano.Il pusher "bohèmien" Sergio Meogrossi,ed infine il bravissimo esordiente Giovanni Anzaldo.
Facce "brutte,sporche e cattive" di cui il nostro cinema infestato di "Passioni sinistre" (nel senso letterale) avrebbe piu' bisogno.......Cinema periferico allo stato puro.
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