Regia di Jonas Åkerlund vedi scheda film
se c'è una poesia "alla amelie poulain" nello squallore di una manciata di vite, questa è forzatamente da ritrovarsi nei piccoli appartamenti dipinti e descritti da akerlund e chriss mills(che ha scritto la novel e l'ha sceneggiato). con l'aiuto del glabro matt lucas star britannica degli spettacolari sketch di little britain, che interpreta il protagonista assoluto di questo film, personaggio lunare perennemente in mutandoni ascellari, calze al ginocchio e sandaloni verdi e nient'altro, akerlund sprofonda lo spettatore in un derelitto monnezzaro losangelino, che dispensa solitudine e disperazione da ogni mattone rancido di un residence stracarico di sogni tramutati in amare disillusioni come nel miglior horror virale di serie "z" in cui un qualcosa di melmoso e strisciante si aggira per la città alla ricerca di sangue e carne umana. durante la prima ora tutto sembra funzionare per il meglio perchè forse non si riesce a capire bene ciò che in teoria dovrebbe succedere. un certo disgusto insistito e compiaciuto abbellisce involucro e contenuto come se si volesse ricordare molto alla lontana i classicone di john waters con la mitica divine. i personaggi sono variopinti ma alla fine già conosciuti e per una juno temple che sfanga un pacchetto di sigarette per una strizzata di tetta, abbiamo una rebel wilson che si sfila dal letto di johnny knoxville per non riapparire mai più. c'è un evidente fatica nel maneggiare tanti personaggi che compaiono anche per poche pose, penso ad amanda plummer madre fallita ex tossica e neo cristiana invasata, da far relazionare con quelli principali. e verso la fine della prima ora e l'inizio degli ultimi quaranta minuti circa, il castello di carte cade miserevolmente in un senile rigurgito di buonismo che fa incazzare per il tempo un pò buttato via. come del resto risulta persa la scommessa di ingaggiare il lunare matt lucas come protagonista. c'era un'idea vincente nell'averlo come protagonista assoluto, ma il suo ruolo è troppo programmatico e fastidioso. mai, mai e ripeto mai ho tifato per lui, e si vedeva lontano un chilometro che si doveva tifare per lui.... grosso,grasso, looser freak di suburbia. i personaggi più riusciti alla fine sono quelli del grande james caan, vecchio inviperito che ha scientemente deciso di seppellirsi in quel tugurio, dimenticandosene poi il motivo, e johnny knoxville dottore mancato per pochi crediti che impegna la propria esistenza a portare a termine un compito a giornata, guadagnandosi da vivere lavorando nel pulcioso minimarket della via. billy crystal, james marsden, peter stormare, saffron burrows e dolf lundgren in una deliziosa caratterizzazione del tutto fuori dai canoni, rimpolpano il già fin troppo sostanzioso cast.
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