Regia di Liliana Cavani vedi scheda film
Livia incontra Umberto, professore di qualche anno più grande di lei, e ne viene corteggiata. Affascinante, colto, intraprendente, vitale: nel giro di breve tempo, Umberto convince la ragazza ad andare a vivere con lui. Ma a questo punto l'incubo comincia: l'uomo si fa possessivo, violento, manesco.
Troppo amore è un lavoro che Liliana Cavani ha accettato su commissione da parte della Rai; fa infatti parte di una miniserie di quattro film televisivi che ha per titolo Mai per amore e della quale questo è il primo episodio (gli altri tre sono affidati a Margarethe Von Trotta e - due - a Marco Pontecorvo). Difficile giudicare sul piano artistico il film, che è un concentrato di luoghi comuni, di dialoghi inverosimili e di situazioni banalizzanti, con una fattura per l'appunto televisiva, cioè patinata e realizzata in modo sbrigativo; vale però la pena ricordare il nobile intento che la serie si propone, cioè quello di parlare di violenza sulle donne. Purtroppo, anche per la presenza della Cavani dietro la macchina da presa e fra le firme in sceneggiatura (insieme a Roberto Tiraboschi e ad Angelo Pasquini, gli autori del soggetto), aspettarsi di meglio era inevitabile: e anche gli argomenti importanti al centro dell'opera finiscono per venire sminuiti dalla modesta confezione. Stesso discorso può farsi per gli interpreti poco efficaci (Massimo Poggio, Antonia Liskova, Chiara Mastalli). 2,5/10.
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