Regia di Liliana Cavani vedi scheda film
Un titolo che magari giustifica la violenza, in una serie che promette un discorso aperto sulla violenza sulle donne. Non ho fatto pace con i film per la Tv, che non guardo da molto tempo, ma mi sono fatto forza per vedere questo, ed ora sono in dubbio di continuare nella visione, attratto dalla firma degli altri due registi, che non so come hanno approcciato la realizzazione, venendo sicuramente a patti con l'inserimento su Rai1 ed in prima serata. La Cavani ormai da tempo mi è caduta dalle braccia, tanto da non seguire ormai da tempo i suoi film fatti tutti per Rai 1, a torto o a ragione, non lo so, ma già le ultime prove cinematografiche mi avevano fatto capire la sua completa involuzione e forse sopravvalutazione, anche se con molto dispiacere. Già il tema trattato mi sembra lontano dalle tematiche che di solito lei ha scelto e di conseguenza la scrittura stessa della sceneggiatura, con Purgatori e Pasquini, annacquano non poco la storia, che a dire ovvia e scontata è dire poco. Il taglio televisivo che ormai incombe come uno tsunami sulla Tv, e che appiattisce ogni tipo di storia anche la più temeraria, moralisticamente parlando, fa parte del racconto, le immagini lo avvalorano la direzione degli attori ancora di più, anche se Poggio, ormai sedotto e vittima dei prodotti televisivi, fa molto per uscire dal cliché imposto, caricando il personaggio di un'isolata credibilità. La Cavani è pienamente in linea con un qualsiasi prodotto di Rai1 di prima serata, rendendolo quasi innocuo, anche se carico potenzialmente di un dramma non certamente trascurabile, ma ormai la Tv da anni ci racconta i più cupi e neri drammi in maniera edulcorata e passiva, rimane il il mio dubbio se vedere il resto dei film o no.
Storia drammatica, ma annacquata
Ormai una regista da prima serta Tv ed ho detto tutto
Ci prova, ma non riesce a dre la drammaticità nei tempi giusti
E' l'unica che ci prova e ci riesce
Ingrassata fuor di maniera, ma credibi9le
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