Regia di Guido Chiesa, Davide Ferrario vedi scheda film
Un documentario dal forte valore 'civile' per ricordarsi della Resistenza e della Liberazione a mezzo secolo esatto dal giorno in cui il fascismo venne definitivamente espulso dal suolo italiano. I due registi, Chiesa e Ferrario, vagano per l'entroterra emiliano alla ricerca di anziani partigiani protagonisti di quei devastanti, rocamboleschi giorni di guerra civile; le memorie di coloro che parteciparono concretamente alla Liberazione si incrociano con quelle delle più giovani generazioni, rappresentate da un manipolo di intervistati scelti a caso fra il pubblico di un concerto commemorativo proprio del 25 aprile '45. A condire e dare un ritmo ai due tronconi principali di cui il film è composto, ecco quindi il terzo elemento, quello musicale: vediamo alternarsi sul palco molte band degli anni '90 e quasi tutte legate a I dischi del mulo, l'etichetta dei Csi (che ovviamente non possono mancare); ci sono perfino i Marlene Kuntz degli esordi, anni prima della svendita. Forse Chiesa e Ferrario calcano un po' troppo la mano sui ragazzi, che ne escono fondamentalmente piuttosto ignoranti in materia politica e ideologicamente imbottiti di vacuità e persino falsità: è difficile infatti credere che la media dei ventenni italiani nel 1995 neppure sappia di preciso a cosa si riferisce la data del 25 aprile e perchè la festeggino; eppure - conoscendo l'onestà intellettuale dei due autori - non è del tutto improbabile che le gravi lacune culturali e politiche dei ragazzi siano semplicemente ritratte nella maniera più sincera - e non ingigantite ad hoc. A parte questo dubbio, comunque, un lavoro godibilissimo e una testimonianza di sicuro valore. 6/10.
25 aprile 1995: per il cinquantenario della Liberazione italiana, Chiesa e Ferrario intervistano ex partigiani e giovani spettatori di un concerto in onore della ricorrenza, sul cui palco prendono parte fra gli altri gruppi musicali come Marlene Kuntz, Csi, Africa Unite, Ustmamò, Umberto Palazzo e il Santo Niente.
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