Regia di Wayne Thornley vedi scheda film
Nel continente nero vive un piccolo falco di nome Kai. Questo giovane pennuto, desideroso di scoprire il mondo, non viene tuttavia incoraggiato: il padre Tendai - triste, severo e solitario - non perde infatti occasione per sottolineare la sconsideratezza del comportamento di Kai, che si lancia in voli in picchiata tanto spettacolari quanto pericolosi. È evidente che l’assenza della mamma spinga il nostro simpatico falchetto a cercare conferme emotive di accettazione da parte del padre; il quale però, chiuso nel proprio dolore, non riuscendo a tenere a freno l’esuberanza del figlio si limita a esercitare la propria rigida autorità, seppure in buona fede (nell’intento di risparmiargli sofferenze e delusioni). Dopo l’ennesima disobbedienza, il piccolo pennuto decide di lasciare il nido alla volta di Zambezia, la Città degli Uccelli: in questa variopinta comunità di volatili, dove sente di potersi esprimere liberamente, incontra lo spassoso Ezee (il suo primo vero amico, a cui sono affidati i momenti di comicità), la dolce e intraprendente Zoe e tanti altri personaggi; ognuno di essi contribuirà al suo percorso di crescita e consapevolezza di sé.
Se le immagini di questo film d’animazione ricordano molto quelle di certi documentari della National Geographic (abbondano quelle “a volo d’uccello”, e non poteva essere altrimenti), storia e personaggi rimandano ad alcuni classici Disney senza tuttavia eguagliarne la resa grafica. Questo decoroso racconto di formazione è infatti una “rapace” variante dello scontro generazionale padre-figlio sul modello di Alla ricerca di Nemo, con innesti da Il re Leone (i marabù scagnozzi dell’iguana Budzo ricordano molto le iene al servizio di Scar) e Il libro della giungla (il capo degli Hurricanes - Ajax - sembra ispirato al colonnello Haati).
Ad ogni modo, ciò che conta è il messaggio positivo di fiducia in sé stessi e negli altri, con cui si può vivere pacificamente nel rispetto di regole condivise.
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