Regia di Ariel Vromen vedi scheda film
Giunto con il solito colpevole ritardo nelle sale italiane, a vantaggio di molti altri film inutili, questa scura biografia del killer Richard Kuklinski è un esempio di ottimo cinema di genere. Il mastodontico Michael Shannon si conferma uno degli attori più interessanti del cinema americano recente e nei panni di questo "The Iceman", killer "free lance" ai servigi della criminalità organizzata di New York, riesce a dargli un granitico spessore e una certa profondità. Storia vera, molto interessante per l'incredibile doppia vita portata avanti da Kuklinski, devoto padre di famiglia e glaciale finalizzatore di vite umane, (si parla di più di 100 persone uccise), il film fa il suo lavoro maledettamente bene, un po' come lo faceva il Kuklinski di cui si narra. Il regista israeliano non esagera, e in una storia del genere avrebbe potuto benissimo lasciarsi scappare la mano, non c'è nulla di pulp, pop, cool e amenità di questo tipo, vivaddio!!, e si limita a raccontare con toni cupi e perfetti quest'incredibile vicenda umana. Come ho già detto, un po' per i mezzi a disposizione e un po' perché Vromen non è Coppola o Scorsese (ma nemmeno James Gray o Friedkin), il film ha qualche cliché di già visto, ma tutto sommato le due ore si reggono molto bene. Attorno al bravissimo Shannon, si muovono una serie di ottimi caratteristi, come una ritrovata Winona Ryder o Ray Liotta, che guarda caso fa il gangster. Bello, interessante e maledettamente in ritardo, ma finalmente disponibile anche in Italia. Da non perdere, in mezzo a una miriade di film miserabili.
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