Regia di Nick Murphy vedi scheda film
Pellicola britannica in tutto e per tutto, a partire dal giovane regista Nick Murphy, al secondo lungometraggio dopo “1921 – Il mistero di Rookford” (2011), per arrivare ad un cast di eccellezze con quattro nomi considerevoli come quelli di Paul Bettany, Stephen Graham, Mark Strong e Brian Cox senza scordarsi l’incidenza del paesaggio, decisamente tipico ed attinente per più aspetti alle tonalità del racconto.
Il ritrovamento del cadavere di una ragazzina mette in subbuglio una piccola comunità e gli agenti Joe (Paul Bettany) e Chrissie (Stephen Graham), fratelli nella vita, credono di aver tra le mani il colpevole che però viene rilasciato per insufficienza di prove.
Joe è pronto a tutto pur di farlo confessare, ma andando oltre a ciò che il suo mandato gli consentirebbe finirà col commettere un tragico errore che si ripercuoterà su tutta la sua famiglia e non solo.
Thriller che ben presto abbandona la comoda strada del genere per intricarsi in svariate implicazioni proprie di un dramma umano destinato a sprofondare sempre di più data l’impossibilità di uscire da una situazione che può solo peggiorare nel tempo, mandando all’aria una vita intera (per Joe) e nuovi progetti (per Chrissie pronto al matrimonio) coinvolgendo più persone.
Ed ancora una volta la verità non si ritrova nelle apparenze, un gesto dovuto alla partecipazione ed al rancore finisce col non portare giustizia (per certi versi questo ricorda “Mystic river”, 2003), ma dolore, un senso di colpa che corrode e che come dice Joe ottenebra la testa, con un tentavivo di nascondere tracce che porta sempre più verso l’inevitabile degenerazione.
Lungo questo percorso ci si avvale di un rapporto fraterno particolare, con Paul Bettany e Stephen Graham diversi in tutto e per tutto, col secondo anche distante anni luce dai tanti uomini sbandati e violenti che ha interpretato, che allarga il tiro a svariati personaggi come il padre dei due, ormai quasi del tutto privato della memoria ma pronto ad un gesto estremo, o il collega degli agenti che dopo tanto tempo pare aver ritrovato un affetto proprio quando i due sono sul punto di perdere tutto.
Fondamentale risulta poi l’ambient, con colori grigi ed umidi (non credo che si veda mai un bel sole) e la marea che cela e poi libera un lembo di terra famoso per nascondere fatti di violenza, mentre sono molto partecipi gli attori, con un Paul Bettany chiamato ad esplodere emotivamente perdendo pezzo dopo pezzo tutta la sua innata sicurezza e Stephen Graham a far emergere connotati d’innocenza e di disperazione, oltre che di umana e capibile debolezza.
Tutto realizzato con una discreta dose di sicurezza nella gestione del dramma, semmai alcune sfumature nei rapporti potevano essere più curate ed ampliate, così come alcuni spezzoni più allungati e qualcosa appare non strettamente necessario (come le apparizioni della vittima), per quanto conforme ad uno stato d’animo, mentre il finale arriva un po’ troppo precocemente, ma viene suggellato da un ricordo d’infanzia che si compenetra col presente sottolineando consone note malinconiche.
Catartico.
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