Regia di Ron Howard vedi scheda film
La rivalità fra Niki Lauda e James Hunt, nata sei anni prima nelle serie minori, tocca il culmine nel campionato mondiale di Formula 1 del 1976: Lauda con la sua Ferrari sembra poterlo dominare, poi al Nurburgring viene bloccato da un drammatico incidente che lo lascia sfigurato, rientra a tempo di record e a prezzo di grandi sofferenze fisiche, si ritira nell’ultimo Gran Premio in Giappone sotto la pioggia battente e viene superato in classifica per un solo punto. Appassionante ricostruzione di uno degli ultimi momenti autenticamente sportivi nel mondo dell’automobilismo: una storia di altri tempi, impensabile oggi che i piloti sono ridotti a essere robot radiocomandati. All’inizio i duellanti hanno ruoli antitetici: Lauda perfettino e puntiglioso, Hunt gaudente e sregolato; entrambi sono un po’ antipatici, sono stati ripudiati dalle loro famiglie e hanno mogli consone ai rispettivi caratteri; ognuno dei due prova un po’ di invidia inconfessata per l’altro e alla fine impara, se non a stimarlo, almeno a rispettarlo. Ultima mezz’ora adrenalinica e toccante al tempo stesso: le immagini della donna amata che scorrono davanti agli occhi danno il coraggio non solo di dire basta ma anche di assumersene la responsabilità (“Vuoi che per la stampa dica che la macchina ha un problema?” “No, di’ pure la verità”), per una sconfitta onorevole se mai ve ne fu una. Pierfrancesco Favino si ritaglia il ruolo di Clay Regazzoni, il terzo incomodo e il più umano dei tre.
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