Regia di Ron Howard vedi scheda film
Avvincente e spettacolare sul piano dei motori, sovraccarico su quello dei personaggi. Rush lavora bene sul mondo automobilistico ma sui caratteri calca eccessivamente la mano. Lauda è antipatico e spocchioso, Hunt gradasso e vizioso. Il primo è arrivista, eroso dal perfezionismo e dalla disciplina, incline alla solitudine e allo stacanovismo, il secondo menefreghista, sbruffone, esibizionista, dedito alla lussuria e all'alcol. La rivalità è la vera protagonista del film, che preme sull'acceleratore ad ogni buona occasione, cioè pressoché sempre. I virtuosismi tecnici delle riprese sono notevoli e scoppiettanti così come il montaggio incalzante. Ripercorrere l'atmosfera della Formula Uno (e prima della Formula Tre, agli esordi dell'austriaco e dell'inglese) di quegli anni è interessante e piacevole. La gestione della tensione delle gare e la regia sono notevoli e Ron Howard si conferma regista di cassetta abile ed esperto. Anche gli interpreti sono all'altezza dei due talenti in scena ma i piloti sembrano davvero fatti di cartone, figurine senza particolare spessore, disegnate con poca verosimiglianza. Hunt morì giovane divorato dai suoi stessi demoni, ok; mi sono chiesto invece più volte cos'abbia provato Lauda alla visione della pellicola, piena di inesattezze storiche e iperboli. Regazzoni interpretato da Favino regge, pur se doppiato al solito modo italiano. Le comparsate femminili sono funzionali al racconto. Azione, adrenalina, pericolo. Buona la colonna sonora, composta da brani d'epoca e musiche originali. Due ore fuori e dentro una pista da Corsa. E il drammatico e indimenticabile incidente che ha sfigurato Niki Lauda a far da monito alla sicurezza in questo sport al limite.
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